Milano 8 Giugno – Nonostante le mie titubanze in merito all’adozione di un animale da compagnia, il giorno seguente accompagnai la nonna a scegliere il suo cucciolo. Quando entrammo nel centro prescelto, non udimmo il gran miagolio che ci saremmo aspettate in presenza di una tal quantità di felini. Per la maggior parte, gli animali ci ignorarono; pensai tra me che se fossero stati consapevoli di come noi visitatrici avremmo potuto cambiare il corso della loro esistenza, si sarebbero comportati in maniera alquanto differente.
Fu il miagolio di due cuccioli a prevalere sopra ogni altro. Cercai di capire da quale delle tante gabbie arrivassero i richiami e dopo averli individuati entrambi, mi accorsi che uno in particolare era desideroso di mettersi in mostra poiché non solo miagolava in modo insistente per richiamare l’attenzione, ma si era avvicinato alla griglia della sua gabbia e si strofinava contro, in una sorta di prolungata carezza fai da te. Il suo comportamento istintivo mi rammentò l’uomo che mentre attendeva il treno si passava in continuazione la mano tra i capelli; eppure, l’effetto finale era alquanto differente!
Quando mi avvicinai al piccolo felino per accarezzarlo, il cucciolo allungò una zampina facendola fuoriuscire priva di unghie dalle fessure della gabbia come per dare più enfasi al suo richiamo e stabilire un contatto più marcato e personale. Aveva il pelo di un grigio chiaro con vaste chiazze bianche e due occhietti tondi e azzurri che sembravano supplicare le coccole.
– Ciao, piccolino! – dissi accarezzandolo velocemente sulla testolina con l’intenzione di andare anche dall’altro cucciolo chiassoso. Il primo però allungò ulteriormente la zampina come per trattenermi; e sotto il tocco della mia mano, piegava la testolina verso il basso socchiudendo nel frattempo i grandi occhi e dimostrando di gradire le carezze: questo gesto mi conquistò.
– Sei proprio un abile seduttore! – esclamai a voce alta.
– Veramente è una femmina – disse una delle ragazze addette ai cuccioli.
– Allora è una grande seduttrice; sa certo come farsi notare e anche benvolere. Come si chiama? – chiesi stupita io per prima dell’interesse che quel piccolo essere riusciva a suscitare in me, sempre restia a concedere troppa confidenza al primo incontro; di chiunque si trattasse.
– Non le abbiamo assegnato un nome, speriamo che lo faccia il suo futuro padrone – disse la ragazza.
La nonna era impegnata a dare una prima occhiata a tutti i felini presenti e non pensavo stesse udendo la nostra conversazione. Eppure, con mia sorpresa, rovistò nel vasto bagaglio delle sue conoscenze ed esclamò:
– Bast! Ossia un’abbreviazione di Bastet, dea egizia dalle sembianze di gatta che seduceva e incantava.
– Vuol dire che hai scelto lei? – chiesi sorpresa per la velocità con cui aveva preso la decisione.
– No. E’ lei che ha scelto noi. Anzi, a essere più precisi ha scelto te; e per me va benissimo. Vuol dire che verrai spesso a trovaci.
Quando la ragazza addetta ai cuccioli aprì la gabbia, io presi in braccio Bast e lei iniziò a fare le fusa e a leccarmi la mano con quella sua linguetta ruvida, più adatta a sollevare i liquidi dalla ciotola o a ripulirsi il pelo dalle lordure, che non a esibirsi in manifestazioni di affetto. Eppure, riuscì a suscitare in me una gran tenerezza: era proprio una gattina affettuosa.
– La tua arrendevolezza all’arte di seduzione adottata da questa gattina è sorprendente – disse la nonna: – e lei lo percepisce di certo, perché rivela insolita simpatia per te.
Quando giungemmo a casa, con i suoi occhioni sgranati e le sue fattezze tipiche da cucciolo, Bast suscitò subito anche nel nonno il desiderio di proteggerla e accudirla come sanno da sempre fare i piccoli di ogni specie.
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Tratto dal libro ‘Dea di seduzione’ di Michela Pugliese
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Sembrano nomi non proprio consoni per ma Merlino e Lancillotto sono due splendidi mici neri che con carattere nettamente diversi hanno preso le redini della nostra famiglia