Milano 11 Giugno – Il 23 e il 24 giugno si terrà a Milano Experiment Days, la prima fiera su teoria e pratiche sulle nuove forme dell’abitare sociale. LiatRogel: «Non è una cosa da radical chic, ma una bellissima opportunità di inclusione sociale»
C’è chi, semplicemente, lo chiama vicinato elettivo. In altre parole, scegliersi i propri vicini per progettare assieme la propria casa, creandone e vivendone gli spazi e i servizi collettivi, dalle sale gioco per i bambini, alla lavanderia, dalla macchina per il caffè, al gruppo d’acquisto. Il marketing e l’anglofilìa l’hanno invece ribattezzato cohousing, una modalità comunitaria di vivere e abitare che si sono perse in una società sempre più metropolitana e atomizzata. E che – paradossi dell’ipermodernità – sono tornate in forme nuove proprio nel contesti più difficili possibili in cui attecchire, quelli dei quartieri urbani in cui è difficile farcela da soli, che tu sia un disabile, un anziano o anche solo una coppia con due lavori e un figlio che deve barcamenarsi tra scuola, baby sitter, attività sportive, spesa al supermercato senza poter contare sulle reti famigliari ancora presenti nei piccoli centri.
A Milano, ad esempio. Più precisamente ad Affori, in via Scalpellini, dove abita LiatRogel, israeliana, designer e mamma di tre bimbi. Che – galeotto fu il dottorato di ricerca al Politecnico di Milano – ha iniziato a occuparsi di housing e immobiliare partecipativo e non ha più smesso. Il frutto delle sue ricerche e della sua passione si chiama Housing Lab: «Facciamo diffusione, promozione, coaching e assistenza alle nuove forme di abitare, dalla progettazione partecipata alla collaborazione quando si vive fianco a fianco – racconta a Linkiesta -: ci si da una mano, si compra assieme, si condividono spazi e attrezzi».
Il complesso in cui Liat abita con la sua famiglia «è nata come casa in cooperativa, con due spazi condominiali comuni e pure uno spazio digitale, un social network per realtà in co-housing che ho progettato durante il dottorato». La vita, nel condominio di via Scarsellini, scorre all’insegna della socialità: «Se piove i genitori si uniscono nella sala bimbi, – racconta Liat – mentre noi genitori possiamo bere un caffè assieme, oppure dividerci i compiti: uno cura i bambini, l’altro va al supermercato per tutti, un altro ancora va a prendere a scuola chi esce più tardi». A volte, il co-housing è anche occasione per gesti solidali che vanno oltre la quotidianità: «La scorso Natale abbiamo preso giocattoli in ottimo stato che i bambini non usavano più, abbiamo fatto un workshop per insegnare ai bambini a impacchettarli per bene e li abbiamo donati a un’associazione».
La vita, nel condominio di via Scarsellini, scorre all’insegna della socialità: «Se piove i genitori si uniscono nella sala bimbi, – racconta Liat – mentre noi genitori possiamo bere un caffè assieme, oppure dividerci i compiti: uno cura i bambini, l’altro va al supermercato per tutti, un altro ancora va a prendere a scuola chi esce più tardi»
Piccole cose? Sì, ma destinate a cambiare la vita delle persone: «Nel primo co-housing di Milano, in via Donadoni, gli abitanti hanno condiviso una piscina – racconta Liat -. Sembra una cosa da radical chic, ma in realtà è una bellissima operazione di inclusione sociale. Pensa agli anziani che vivono in quel condominio e che sono destinati a passare l’estate da soli, a Milano. Con la piscina, passano a trovarli i nipoti e i vicini e l’estate diventa più sopportabile. Alla fine, pure una pozza d’acqua è un pezzo di welfare, se si innesta nel contesto del co-housing».
Non solo servizi e progettazione: Liat e le sue socie si sono pure inventate ExperimentDays, la fiera-evento dell’abitare collaborativo, la prima in Italia. L’edizione 2017 si terrà a Milano i prossimi 23 e 24 giugno e saranno «due giorni in cui si incontreranno le persone interessate all’abitare collaborativo e chi lo sta già facendo: dalla progettazione partecipata e l’accompagnamento al progetto proposti da CoHousingLab e Consilium, alle iniziative in corso quali il cohousing Uno e Sette, passando dalle imprese di costruzione cooperativa come Rivitabitare. Si potranno conoscere poi i casi di gestione e consulenza per un abitare sostenibile, come il caso di Condominio 7 Stelle, e dei servizi condivisi come la lavanderia condominiale di Electrolux, o il Wi-Fi di condominio di Elsynet Group. Saranno presentati inoltre i servizi che offrono nel quartiere uno spazio condiviso, per esempio Qking: il ristorante condiviso e MioCugino, il laboratorio di co-design. Per finire, non mancheranno con i servizi di baby sitting e badante condominiali offerti da Spazio Aperto Servizi. E poi molti incontri, come quello in cui presenteremo la mappatura abitare collaborativo che abbiamo effettuato su base nazionale, che ci permetterà di definire con chiarezza il fenomeno e soprattutto di tracciarne una direzione futura». (Linkiesta)
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