Milano 15 Giugno – C’è una verità che gli automobilisti conoscono, anche se non hanno ancora letto l’ultimo rapporto dell’Automobile club d’Italia. Quella sensazione di impoverimento continuo cominciata dal giorno dell’acquisto dell’auto è più che giustificata: tra manutenzione, parcheggi, assicurazione, pneumatici e carburante ogni italiano ha speso una media di 3800 euro all’anno. Senza considerare le multe, naturalmente.
Mentre si attende che il ministro Carlo Calenda metta in pratica la sua proposta di rincarare il bollo auto per i veicoli più vecchi, sono ben cinque le voci di spesa aumentate. A cominciare dalle tasse che già si fanno sentire da diversi anni, dal 2015 a oggi sono rincarate del 2,23%, con un costo medio aggiuntivo di 136,67 euro ad auto. Nell’ultimo anno sono aumentati anche i costi dei pedaggi del 3,11%, pesando in più di 141,01 euro. Non si possono ignorare i costi destinati ai parcheggi, per i quali gli italiani hanno speso in media 224,80 euro in un solo anno. E poi c’è il carburante, costato in media 903,41 euro in un solo anno.
Non meno marginali sono i costi destinati alla manutenzione ordinaria dell’auto. Per i soli pneumatici gli italiani nel 2016 hanno speso in media 193,43 euro, per far fronte a costi di manutenzione e riparazioni varie ognuno in media ha speso circa 659,06 euro.
Un discorso a parte merita l’Rc auto, pesata in più a ogni italiano di poco oltre le 200 euro, stando ai dati dell’Aci. Secondo i dati rilasciati da facile.it, a maggio 2017 i prezzi sono aumentati in tutta Italia, con una crescita media dell’11,6%, toccando rincari medi di 566 euro. In cima alla classifica degli aumenti si trovano Trentino Alto Adige (+18,34%), Molise (+17,85%) e Valle d’Aosta (+15,92%) mentre gli incrementi più contenuti hanno riguardato il Veneto (+8,97%), la Basilicata (+7,75%) e la Puglia (5,44%). In Campania (933,84 euro) e Calabria (694,97 euro) si pagano, invece, i premi più alti d’Italia.
A livello provinciale, l’area dove l’RC auto costa di più è Caserta (1.014,26 euro) mentre il rincaro più alto è stato a Imperia (+23,19%). Le uniche due province italiane che hanno visto una riduzione delle tariffe sono Barletta-Andria-Trani (-5,82%) ed Enna (-2,47%). (Liberoquotidiano)
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