Quel gatto (antidoto naturale) salva-cuori.

Scienza e Salute Zampe di velluto

Avere un micio in casa ridurrebbe il tasso di mortalità cardiovascolare. I risultati di una ricerca americana:«Il 40% in meno di rischio infarto»

Il gatto è un animale che ci dà molto più di quanto crediamo. La comunicazione uomo-gatto è ancora carente, ma a ben guardare il gatto ha tanti modi per dirci che ci vuole bene. I colpetti con la testa, la cosiddetta «butt presentation», i morsi senza affondare i denti (gli americani li chiamano «lave bites») sono solo una lista molto incompleta dei modi che il gatto usa per dirci che ci vuole bene. Il nostro rapporto è probabilmente cominciato ai tempi degli Egizi, che già si erano accorti che questi splendidi ed elegantissimi animali facevano strage dei topolini che devastavano i granai e mandando in fumo i raccolti potevano determinare carestie devastanti. L’attività del gatto era così importante che gli egizi trattarono il gatto come un animale sacro. «Oggi però il gatto non è più solo un cacciatore di topi. Pare possa essere un animale capace di ridurre la mortalità per infarto e per ictus del padrone, quasi come fosse un farmaco di uso preventivo -spiega Michele Nichelatti, ricercatore e biostatistico-.

Lo hanno dimostrato già da alcuni anni i ricercatori dell’Università del Minnesota, che stavano esaminando i dati di follow-up a 20 anni di uno studio epidemiologico (Nanhes II) condotto negli Stati Uniti e mirante a valutare gli stili di vita dei cittadini americani. Analizzando i risultati, i ricercatori hanno osservato che convivere o avere convissuto con un gatto riduce di circa il 40% il rischio di infarto mortale e di circa il 25%quello di ictus, e questo al netto di fumo, diabete, obesità,e degli altri fattori di rischio presi in considerazione. L’effetto è talmente importante che i ricercatori affermano che si potrebbe pensare alla convivenza con un gatto come un metodo alternativo di prevenzione della mortalità cardiovascolare, specialmente nei soggetti ad alto rischio». In pratica il primo farmaco peloso nella storia della medicina, e anche l’unico, visto che possedere un cane non ha alcun effetto nel ridurre la mortalità dei padroni. Quali i motivi?«Forse le fusa, le cui vibrazioni, già lo sapevamo, possono aiutare la mineralizzazione ossea, ma è ancora presto per dirlo». Cristina Crosta, medico veterinario, esperta di genetica dei gatti, aggiunge: «Vivere con un gatto rilassa, le sue fusa riconciliano con il mondo, è un compagno perfetto per gli anziani, una presenza viva e di facile gestione. Il gatto chiede poco ma non per questo non dobbiamo dedicargli tempo».

Paola D’Amico (Corriere della Sera)

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