Milano 22 Giugno – In assenza di qualcosa di concreto da presentare, Beppe Sala sceglie il giorno in cui fa un anno da Sindaco per rilanciare: faremo un referendum e poi riapriremo il Naviglio.
Pare veramente fumo negli occhi. Un modo per coprire il nulla fatto e un modo per risvegliare un entusiasmo che non c’è mai stato attorno a lui, nemmeno da chi votava a sinistra.
Innanzitutto va ricordato che un referendum per riaprire il naviglio c’è stato nel 2011. Peccato che il suo predecessore Pisapia e lui stesso non abbiano mosso un dito per 6 anni.
Poi ci sono tante domande da porsi: come farà un’amministrazione che è in ritardo sulla Linea 4 e su ogni altra opera pubblica (pensiamo al Palalido) ad avventurarsi in un’opera faraonica come la riapertura? Un Comune che non riesce a tappare le buche delle strade e a liberare i tombini, in quanti secoli potrà realizzare una così complessa opera idraulica ? Dove si troveranno i tanti soldi necessari, visto che ancora bisogna trovare quelli per le periferie, le case popolari o per l’area Expo?
Questo dei Navigli appare proprio un modo per distrarre il popolo. Non è in assoluto una brutta idea, ma affiniamo i progetti, individuiamo un metodo modulare e soprattutto evitiamo studiamo bene le soluzioni viabilistiche.
Ad affidare a Sala e Granelli opere di questo genere c’e’ il rischio di non vedere mai il Naviglio riaperto ma di rimanere intrappolati nel caos del traffico generato da dilettanti allo sbaraglio.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.