Sanzione retroattiva da 41mila euro all’enoteca di via San Marco: «Verbale assurdo»
Milano 22 Giugno – L’ultimo arrivato all’attenzione della giunta Sala è il caso de «N’Ombra de Vin». Nelle scorse settimane Palazzo Marino ha infatti dato il via libera alla costituzione in giudizio contro la proposta di annullamento di tre ingiunzioni di pagamento frutto di accertamenti eseguiti tra il 2009 e il 2012, per un totale di oltre 41 mila euro, avanzata dalla storica enoteca di via San Marco.
Ma il contenzioso tra Comune di Milano e pubblici esercizi per quanto riguarda il Canone di occupazione del suolo pubblico (Cosap) è molto più ampio. E non riguarda solo le zone più frequentate da milanesi e turisti, ma tutta la città.
Non bastassero gli aumenti record del canone registrati con Pisapia, che ha stangato esercenti, traslocatori e organizzatori di eventi con rincari fino al 1.800%, i commercianti sono alle prese con un regolamento che prevede sanzioni oltremodo punitive. Basti pensare che, «oltre a una multa da 213 euro, quando viene accertata l’occupazione di spazi superiori a quelli concessi scatta anche un ricalcolo dell’indennità per l’area in più con una retroattività di 30 giorni», spiega l’avvocato Massimiliano Lavia, legale dell’Epam, l’Associazione dei pubblici esercizi della provincia di Milano aderente a Unione Confcommercio.
In sostanza si presume che quella violazione, che spesso riguarda solo una manciata di centimetri in più e che talvolta è dovuta al semplice fatto che i clienti hanno spostato tavolini e sedie per stare comodi, abbia avuto luogo ogni giorno nel mese precedente. Come se a un automobilista che viene multato perché oltre i limiti di velocità venisse applicata una sanzione per il mese precedente presumendo che il suo stile di guida sia sempre il medesimo.
Un aspetto che, insieme alla modalità con cui viene calcolata l’area in più occupata dai locali, «in maniera empirica anziché analitica, come prevederebbe il regolamento», al mutismo del Comune di fronte alle memorie difensive presentate dai legali degli esercenti e all’emissione di ingiunzioni di pagamento da migliaia di euro prima che siano stati compiuti tutti i passaggi, sta creando un contenzioso enorme.
«Al momento sto seguendo oltre trenta casi di opposizioni a ordinanze di ingiunzione solo per il periodo 2011-2012», conferma Lavia. «Finora i giudici di Pace ci hanno sempre dato ragione, mentre in tribunale abbiamo vinto in Primo grado in due terzi dei casi, e con gli altri siamo in Appello».
Quello che chiedono i commercianti non è di sfuggire alla sanzione. «La multa va pagata», conferma Cristiano Corà, titolare de N’Ombra de Vin, «ma il ricalcolo dell’indennità è troppo punitivo, come d’altra parte la regola che prevede la totale sospensione dell’attività dopo la terza recidiva in un anno: due anni fa ci hanno costretti a rimanere chiusi durante il Salone del Mobile, provocandoci un danno economico enorme».
«È da tempo che come Epam chiediamo al Comune di definire un protocollo d’intesa sul funzionamento del regolamento Cosap», spiega l’avvocato Lavia. «Non si può pensare che da un lato ci sia un accertamento che è empirico mentre dovrebbe essere analitico e dall’altro un’applicazione integralista di una retroattività di 30 giorni che esiste solo a Milano».
Impossibile dire come andrà a finire. Di certo, considerato quanto accaduto con le multe per infrazione al codice della strada spedite da Palazzo Marino ben oltre il termine di 90 giorni previsto dalla legge, è facile immaginare che la battaglia sarà ancora lunga. (Liberoquotidiano)
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