I pusher di Corso Como e il legislatore

Fabrizio c'è Milano
Milano 25 Giugno – Le “risorse” sono il bancomat della droga di Corso Como fino a una certa ora, poi si trasformano in aggressori dei loro clienti.
Oggi una bella inchiesta di Andrea Galli del Corriere ci racconta la dura battaglia fra spacciatori e carabinieri in zona Corso Como.
I servitori dello Stato devono fare un lavoro certosino per cogliere i ” pusher” in flagranza di reato mentre dispongono di quantità di hashish, coca o altro, tali da non potersi considerare per uso personale e dunque costituire reato. Poi c’è un lavoro di fotosegnalazione. Le indagini hanno permesso di stabilire che gli spacciatori aggredivano i loro clienti di qualche ora prima per rapinarli di orologi, portafogli e Iphone, approfittando della loro scarsa lucidità.
A quel punto bisogna sperare che Questura e magistrati, una volta venuti a capo delle numerose identità fasulle, riescano a rimpatriare gli spacciatori.
Che sono nella quasi totalità stranieri irregolari provenienti dal Senegal, dal Gambia o da paesi nordafricani. “Risorse” sbarcate in Italia qualche anno fa e che hanno capito e sfruttato le maglie larghe della giustizia italiana, le idiozie di leggi che sono umanitarie e buoniste con chi è finito dritto tra le braccia della delinquenza organizzata. Manovali reclutati tra i tanti che la mafia degli scafisti attrae in Italia con promesse e che poi, a furia di bighellonare in piazze e parchi italiani, sono finiti al servizio di mafie italiane e straniere.
Quanto mi piacerebbe che i Carabinieri di Corso Como spiegassero ai legislatori e agli amministratori quali sono i buchi e i cavilli che trasformano l’accoglienza indiscriminata in  una manna per la malavita e in una giungla selvaggia le nostre città.

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