La fattoria degli italiani

Attualità

Milano 26 Giugno – Viva la democrazia! Abbasso il razzismo! Scusate, qualcosa non quadra. Democrazia? Esiste forse ancora in Italia la democrazia? Come nel dizionario islamico, anche qui in Italia, ed in Europa, tale termine, i governi in carica, lo stanno cancellando. Libertà di pensiero, di espressione, di informazione? Quelli scordateveli! Per quanto riguarda il razzismo, solo i bianchi sono razzisti, le boldriniane risorse, i clandestini illegali nel nostro territorio, quelli non sono razzisti: per loro siamo solo carne da macello.

Ebbene cari lettori, siamo caduti nella dittatura del razzismo dell’antirazzismo, una dittatura che condanna un imprenditore se assume solo italiani ma che premia quei confindustriali che, d’intesa col Viminale, quando ad essere ministro era Angelino Alfano (il nome potrebbe sembrare un insulto  da Little Italy) anziché italiani assume africani o comunque extracomunitari.

Idem con le case popolari: come vuole la Boldrini, che forse dovrebbe essere processata per alto tradimento, attentato all’unità dello stato ed alla sovranità della nazione, vengono prima concesse a cittadini sbarcati l’altro ieri e guai se un sindaco volesse dare precedenza ad un italiano che con le sue tasse ha contribuito a costruire quelle case. Non da meno la questione pensione: mentre un lavoratore italiano si ritirerà dal lavoro all’età di 70anni, un lavoratore africano avrà lo stesso diritto quando avrà 66 anni, ossia quattro anni prima. Ma non per questioni di razzismo, solo perché l’aspettativa di vita di un italiano è aumentata e questa aspettativa la si applica solo agli italiani, bianchi. All’italiota d’adozione invece si applica l’aspettativa dei vantaggi. Infine guai a lamentarsi: col ricatto morale del razzismo e del populismo zittiscono ogni debole e servile animo.

Ovviamente il razzismo dell’antirazzismo non si ferma alla questione del colore della pelle, va ben oltre: sei un maschietto e ti piacciono le femminucce? Allora sei un razzista, fascista, bigotto, maniaco sessuale, misogino. E guai a manifestare i tuoi naturali ma sbagliati gusti sessuali. Questo è quello che emerge dalla fulminea azione dei carabinieri avvenuta a Latina qualche giorno fa, quando un imprenditore, erroneamente credendo di vivere ancora in un paese democratico, al passaggio del gay pride, ha esposto uno striscione sul proprio balcone inneggiante all’organo sessuale femminile (inviso ai manifestanti in strada che non ricordano di essere figli di ciò che loro innaturalmente si sentono e soprattutto frutto di una relazione eterosessuale). Ebbene alla vista di quello striscione la gaystapo ha avvisato i segugi di stato che coi pennacchi e con le armi si sono presentati a casa dell’imprenditore eterosessuale ordinandogli di togliere l’allegorico striscione poiché lesivo per i manifestanti in strada che invece sciorinavano cartelli riportanti scritte blasfeme e considerazioni su un “D.o gay “, mostrando così disprezzo verso un buon numero di credenti di qualsiasi fede.

Intanto i “Vecchi Maggiori”, sia laici che religiosi, tradiscono i loro codici etici, inventando parabole o eclissando principi costituzionali e con la scusa di un impegno verso una falsa uguaglianza e tolleranza hanno portato l’Italia verso una deriva dittatoriale che ha dato il potere, come nel famoso romanzo, nelle zampe dei dispotici maiali: benvenuti nella fattoria degli italiani che nulla ha da invidiare a quella Orwell.

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