“L’aria resta irrespirabile”, a Niguarda, dopo 30mila rilevazioni

Milano

Milano 26 Giugno – Milano puzza e a Niguarda il cattivo odore dell’aria è diventato insostenibile. 30mila rilevazioni per dire che non è colpa del depuratore, ma anche per non riuscire a spiegare il perché della puzza. Racconta, dati alla mano, Elisabetta Invernizzi su Repubblica “Fine delle indagini con i nasi elettronici a Niguarda. Ma il mistero della puzza rimane. Gli odori di fogna, che da più di un anno tormentano i residenti, non sono scomparsi. L’indiziato numero uno però è stato assolto: la colpa non è del depuratore. Questo il verdetto emesso dal Gruppo Cap, promotore della sperimentazione, da mesi nel mirino dei cittadini esasperati.

Ad aprile l’azienda aveva avviato la ricerca sul campo posizionando tre nasi elettronici per capire se i miasmi che si sentono nelle vie del quartiere provengono dall’impianto. Dopo una prima fase di addestramento, necessaria per far riconoscere ai dispositivi una certa gamma di odori, i “nasi” sono stati messi nei punti più critici: in via Ornato e in via Arezzo, proprio nei giardini di due residenti. Il terzo, invece, è rimasto nell’impianto per rilevare eventuali corrispondenze con i miasmi esterni. I dispositivi, in grado di aspirare l’aria e confrontarne la composizione con quella del loro database, hanno lavorato per 27 giorni, analizzando gli odori con cui sono venuti in contatto.

Su quasi 30mila rilevazioni, i nasi hanno trovato solo il 2,3 per cento di corrispondenze in via Arezzo: gli odori riscontrati, “in misura millesimale e dunque inferiore alla soglia di tolleranza dettata dalla guida tedesca Girl per le emissioni degli impianti vicini ai centri abitati” spiega la relazione finale del Cap, sono quelli del processo di denitrificazione e del biofiltro a torba. Mentre in via Ornato si è arrivati al 5 per cento ma, in quel momento, il “naso” collocato nel depuratore non ha percepito lo stesso odore di refluo fognario. Questo significa, secondo il Cap, che la puzza che in quel momento si stava diffondendo nel quartiere non proveniva dall’impianto di via Guido da Velate.

Esclusa la pista che fino a qualche mese fa portava al depuratore, adesso si apre un nuovo capitolo delle indagini. “Il problema non è risolto”, dice Daniele Ragazzi, residente e ideatore di un sistema di segnalazione degli odori online per il quartiere. “Ad aprile ne abbiamo raccolte venti, a maggio una quindicina”. La situazione, raccontano i cittadini, è migliorata rispetto all’inizio dell’anno quando “non si poteva neanche tenere aperta la finestra di casa o uscire a fare una passeggiata”. Ma il problema resta.”
Adesso il caso passa al Comune che dovrà occuparsene seriamente

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