Milano 28 Giugno – Dopo la sberla elettorale al PD della nostra regione gira ancora la testa. Ed i risultati sono a dir poco comici. Il 22 Ottobre si terrà il Referendum voluto da Maroni per chiedere più autonomia a Roma. Il PD aveva votato contro in Regione, sostenendo che fossero soldi buttati. Una posizione su cui potremmo anche discutere, che di sicuro non era pregiudizialmente infondata. Ieri scopriamo, però, che otto Sindaci di capoluogo in Lombardia voteranno a favore. Motivo? Questo non può essere il Referendum della Lega. Ah. Cioè, nella vita basta decidersi: vi fa schifo o non vi fa schifo questo referendum? Se vi fa schifo dovreste essere contenti che i soldi buttati, per una volta, non siano riconducibili a voi. Se non vi fa schifo, potevate almeno astenervi in Regione. Ovviamente il problema è quello che si è verificato tra il voto e queste dichiarazioni. Quando il PD votava contro, lo faceva con l’arroganza del mazziere che decide a chi dare carte. C’era ancora un Renzismo forte, pronto a dare battaglia. Oggi Renzi è sempre più solo, isolato e perdente. Quindi bisogna scendere a Canossa e rendersi disponibili. Ovviamente questo ha sollevato un vespario di reazioni tra il sarcastico e l’esasperato:
“Bene, finalmente – chiosa Maroni sul suo profilo Facebook -. Ma una domanda la voglio fare al Pd lombardo e al suo segretario: perché finora il Pd ha definito inutile il referendum e mi ha sempre attaccato accusandomi di sprecare soldi pubblici? Che confusione – conclude il governatore – in casa dem… Che pazienza da parte mia”.
Poi arriva la Lega, che con il capogruppo al Pirellone, Massimiliano Romeo accoglie con fmalcelata ironia la nuova linea dem: “Sono contento che i sindaci del Pd della Lombardia abbiano compreso che non si tratta del referendum della Lega, ma di tutti i cittadini, senza distinzioni di colore politico – commenta l’esponente del Carroccio -. L’autonomia regionale riguarda tutti i lombardi e non certamente solo una parte politica”.
Anche il leader di Possibile Pippo Civati ironizza su Twitter riferendosi alle contraddizioni del voto: “Loro votano sì, sia per ridurre l’autonomia come il 4 dicembre, sia per aumentarla. That’s All Folks”
Il Movimento Cinque stelle con il capogruppo, Andrea Fiasconaro, invece, va all’attacco del Pd e osserva: “L’incoerenza sta in casa del Pd. In Regione, non vogliono il referendum, ma i suoi sindaci voteranno sì al quesito referendario dei Cinque Stelle perché la Lombardia ottenga più risorse e competenze da Roma. Gori, giusto per fare un esempio, è passato dal sì, al no, al ni, e poi di nuovo al sì senza soluzione di continuità. L’endorsement al referendum dei sindaci del Pd una cosa la dice chiaramente: il Pd regionale ha mentito spudoratamente sulle aperture del governo Renzi-Gentiloni per dare più autonomia e risorse alla Lombardia. Per fortuna diranno presto ai loro cittadini lombardi, i partiti non hanno nessuna credibilità”.
Il referendum consultivo si terrà il 22 ottobre in Lombardia, nello stesso giorno in cui un’analoga consultazione si terrà in Veneto. Il quesito fa perno sull’articolo 116 comma 3 della Costituzione, che prevede già la possibilità di una trattativa fra singole Regioni e governo per ottenere maggiori competenze”.

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,