Scrivi a firmaperdellutri@iltempo.it per chiedere che Marcello Dell’Utri abbia la sospensione della pena per motivi di salute
Milano 30 Giugno – Marcello Dell’Utri, detenuto nel reparto G14 del carcere di Rebibbia a Roma, sta male. Da molto tempo. E ora anche il Garante dei detenuti, Stefano Anastasia, lancia l’allarme sulle condizioni di salute dell’ex senatore, agli arresti da quasi tre anni dopo la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. «Il medico del carcere di Rebibbia, in una recente relazione del 10 maggio su Dell’Utri, ha descritto un quadro clinico grave per le pluripatologie diagnosticate, tanto da ritenere la sua situazione “non compatibile” con il regime carcerario», ha affermato il Garante, che subito dopo ha evidenziato come, nonostante ciò, «il 31 maggio scorso il Magistrato di sorveglianza abbia rigettato in via provvisoria, l’istanza di sospensione della pena per motivi di salute». Anastasia ha anche evidenziato come «l’udienza di trattazione del caso sia stata fissata per il 21 settembre», vale a dire «a oltre cinque mesi dal deposito dell’istanza di sospensione pena per motivi di salute». Che per un malato affetto da grave cardiopatia ischemica cronica, attualmente ricoverato nel reparto infermeria del penitenziario romano, potrebbero rivelarsi troppi.
Le condizioni di Dell’Utri, dunque, secondo il referto medico, sono «particolarmente critiche», ha sostenuto il Garante nazionale dei detenuti dopo aver «avuto modo di approfondire le informazioni sul suo stato di salute». Da qui la «seria preoccupazione per le condizioni evidenziate in atti documentali» e l’auspicio «che ogni decisione in merito al suo caso, da parte della Magistratura di sorveglianza, non vada al di là di tempi ragionevoli, al fine di tutelare, qualunque sia la forma che verrà decisa, la sua salute».
Un anno fa, però, le condizioni fisiche dell’ex senatore sono state giudicate «compatibili» con il carcere. Ma, per i legali di Dell’Utri, in quel caso c’è stato un errore di valutazione del perito nominato dal giudice, che avrebbe omesso di prendere visione del cosiddetto «esame strumentale» pur in presenza di una «discrepanza» tra le risultanze a sua disposizione. Ciò avrebbe portato lo stesso esperto a formulare una diagnosi errata sulla gravità della patologia cardiaca di Dell’Utri. Ragion per cui la circostanza è stata denunciata davanti alle autorità disciplinari competenti. C’è attesa, dunque, per capire se il Tribunale di Sorveglianza, al quale i legali del fondatore di Forza Italia si sono rivolti, deciderà nel senso dell’incompatibilità di Dell’Utri col carcere o confermeranno il giudizio emesso l’anno scorso.
Da molti mesi Dell’Utri si sta sottoponendo, sia in carcere che all’ospedale Sandro Pertini della Capitale, a tutta una serie di analisi mediche, in particolare cardiologiche e vascolari, essendo l’ex senatore cardiopatico, ma anche dermatologiche, urologiche, oculistiche e infettivologiche. Fabrizio Cicchitto, ex forzista oggi deputato di Alternativa popolare, prendendo atto delle parole del Garante e del rigetto, da parte del Magistrato di sorveglianza, della sospensione della pena, ha affermato che «ci troviamo di fronte ad una situazione del tutto inaccettabile, e chi la sta gestendo in questo modo si sta assumendo delle gravissime responsabilità». Anche nel dicembre scorso, «in nome di un’amicizia e solidarietà politica che risalgono alla seconda metà degli anni ’90», Cicchitto ha fatto visita all’ex senatore. In quell’occasione il parlamentare aveva ricordato che «davanti alla Corte di Giustizia di Strasburgo c’è un ricorso di Dell’Utri perché egli è stato colpito in modo retroattivo da quella che è una categoria giuridico e giurisprudenziale poi regolata dalla Cassazione e non da una legge». Il riferimento di Cicchitto è al concorso esterno in associazione mafiosa, che non esisteva negli anni in cui Dell’Utri avrebbe commesso i reati per i quali è stato condannato. La Corte europea, dunque, potrebbe decretare l’ingiusta detenzione. Ma già il 14 maggio del 2016, dopo il suo ricovero, Cicchitto aveva definito «una forzatura» la carcerazione, visto che la Corte di Strasburgo si era già espressa sul caso «parallelo» di Bruno Contrada, concludendo che l’ex direttore del Sisde non doveva essere condannato per concorso esterno.
Il giorno di Pasquetta è stata la volta del parlamentare di Forza Italia, Francesco Giro, recarsi in carcere da Dell’Utri, da lui definito «un prigioniero politico». In quell’occasione le parole del fondatore di Fi sono state toccanti: «La vita in carcere è terribile, cerco di superare questa sofferenza studiando, leggendo, scrivendo. È l’unico modo che ho. Qui la sofferenza è continua, la vita è degradante. Sono certo che la Corte europea accoglierà il mio ricorso, ma sono altrettanto sicuro che la sentenza arriverà a babbo morto, quando sarò già fuori».
Luca Rocca (Il Tempo)
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