Milano 1 Luglio – Francesco Simonetta, soprannominato Cicco, fu un personaggio insolito per l’epoca in cui visse: aveva l’abitudine di risolvere i problemi con carta, penna e calamaio anziché con le armi. Di lui si fa solo qualche cenno fugace su un piccolo lembo di pagina di alcuni libri di storia. Tutto ciò è ben poca cosa rispetto all’influenza che ha esercitato con la sua presenza e con l’abile utilizzo della penna e del calamaio, strumenti che gli permisero di conseguire più vittorie di quante non gliene avrebbe concesso l’abile maneggio di una spada.
Di Cicco Simonetta la storia ufficiale ci fa sapere che possedeva un carattere energico e coraggioso. Qualcuno scrisse di lui che fu “homo audace e che non pativa superiori”. Nicolò Macchiavelli, nelle ‘Istorie fiorentine’, scrisse: “Messer Cecco, uomo per prudenza e per lunga pratica eccellentissimo”. Fu talmente audace ma onesto, che ci rimise perfino la testa. In realtà, l’usurpatore Ludovico il Moro gli propose di versare una notevole somma di denaro per tenersi la testa attaccata al collo; ma egli ritenne che fosse meglio perdere la testa piuttosto che l’onore. Del resto, aveva ormai raggiunto la settantina; forse riteneva anche di aver già vissuto abbastanza.
Cicco era uomo di vastissima cultura. Si era laureato in diritto civile e canonico, probabilmente a Napoli, una delle più prestigiose città dell’epoca. Fu umanista, letterato, giureconsulto, diplomatico.
Fu un burocrate talmente abile e influente, che per un certo periodo i milanesi lo considerarono il vero signore di Milano pur sapendo che si trattava di un ‘forestiero’. Eppure, non a tutti ispirava simpatia. In un’occasione fu organizzata una manifestazione al grido di ‘morte ai forestieri!’ e Cicco era in cima alla lista, essendo quell’antica manifestazione organizzata proprio da chi complottava con lo scopo di privarlo del potere.
Che Cicco non fosse milanese non è difficile da comprendere. Il suo, infatti, è un soprannome di uso comune ancora oggi nel meridione d’Italia: è il classico diminutivo del nome Francesco. Cicco Simonetta nacque nel 1410 in Calabria, ai piedi della Sila, nel paese di Caccùri attuale provincia di Crotone. Era talmente orgoglioso del suo soprannome che sembrava essersi perfino scordato del suo vero nome: utilizzava ‘Cichus’ addirittura per firmarsi sui documenti ufficiali. Evidentemente a quell’epoca non esisteva una legge che invalidava i documenti non firmati con il legittimo nome.
Le sue capacità erano state notate e apprezzate dagli Sforza mentre erano al servizio del Regno di Napoli quali condottieri militari, ma fu dopo il 1450 che ebbe l’occasione di emergere a tutti gli effetti.
Per approfondire l’argomento: saggio storico “Messer Cicco milanese eccellentissimo” di Michela Pugliese.
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