Milano 1 Luglio – Per le imprese milanesi del terziario, dal 2011 al 2016, si è registrato un forte aumento della pressione fiscale. È quanto emerge da una ricerca realizzata dall’ufficio studi di Confcommercio Milano e che è stata presentata ieri dal segretario generale Marco Barbieri al circolo del Commercio.
In particolare, la ricerca ha preso in considerazione i principali tributi che interessano le imprese commerciali, turistiche e dei servizi: l’Imu e la Tasi sugli immobili di proprietà, la tassa sui rifiuti (Tari), la Cosap per l’occupazione di suolo pubblico.
Per quanto riguarda i tributi sulla proprietà, nel passaggio dall’Ici a Imu e Tasi, si è verificato un aumento sensibile. Per dimostrarlo Confcommercio ha preso ad esempio un ufficio di 100 metri quadri e un negozio di 70 che, se nel 2011 pagavano rispettivamente poco meno di 790 euro e poco più di 96, nel 2016 hanno pagato circa 2.900 euro e 355 euro. In entrambi i casi una crescita superiore a tre volte e mezzo.
Per quanto riguarda la Tari, invece, sono stati prese in considerazione cinque tipologie di attività con differenti metrature: per gli uffici la tassa sui rifiuti è aumentata del 51,8% passando per esempio da 343 euro a 521 per uno spazio di 100 metri quadri. I ristoranti di circa 130 metri quadri pagano il 138% in più (da 1382 euro a 3293 euro), mentre i bar con metratura intorno a 70 metri quadri subiscono un aumento del 157%. Aumenta di tanto (+91,7%) anche la Tari per gli ambulanti, mentre un aumento quasi impercettibile (+2,6%) tocca ai minimarket.
Grazie anche alla maggiore attrattività di Milano, sono cresciuti negli ultimi 6 anni gli introiti provenienti dalla Cosap che sono passati dai 26,1 milioni di euro del 2011 ai 59,9 milioni del 2016, con un picco di 98,6 milioni nell’anno di Expo. L’aumento è dovuto anche al fatto che alla fine del 2011 il comune ha rivoluzionato il sistema di classificazione accompagnando alla nuova struttura una correzione verso l’alto del canone.
La ricerca si inquadra all’interno di un momento particolare perché proprio a luglio – ha spiegato Barbieri – inizierà la discussione in Comune sul bilancio previsionale del 2018. È per questo che, oltre ai dati, Confcommercio ha presentato delle proposte chiedendo, per esempio, di estendere le aliquote ridotte premiali ai proprietari di immobili a destinazione commerciale come alberghi, uffici e studi professionali e di introdurre un abbattimento della Tari per chi produce e consente la raccolta e il riciclo di rifiuti di valore. Si chiede inoltre la riduzione del canone di occupazione del suolo pubblico e contemporaneamente di attivare procedure per abbattere l’abusivismo e colpire gli evasori. Per quanto riguarda, infine, la tassa di soggiorno “chiediamo che il gettito derivante da essa non venga messo nel calderone del bilancio, ma venga utilizzati per migliorare l’attrattività di Milano a beneficio delle imprese”.
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