Milano 3 Luglio – In provincia di Brescia, a Carpeneda di Vobarno, è andato a fuoco il primo piano di un Hotel. Si era pensato di utilizzarlo come punto di accoglienza per 38 presunti profughi. Sono state lanciate due molotov nella notte. Fino a qui la nuda cronaca. Da qui in poi il dramma all’Italiana, che racconterò per punti, perché, davvero, non riesco a pensare ad una vicenda più emblematica dell’Abisso che i continui sbarchi stanno scavando.
- L’Hotel Eureka è chiuso da quattro anni. Il proprietario lo vuol vendere. Questo lo rende un target ideale per l’accoglienza. Piccolo dettaglio, il proprietario è un simpatizzante della Lega e non ha chiuso alcun accordo con le cooperative. Ed in paese lo sanno di certo. Ma. Ma c’è sempre la possibilità di requisizione forzata e successivamente uso per l’accoglienza. Il che poteva rapidamente portare al degrado dell’immobile ed all’impossibilità di venderlo… Sabato notte l’incendio. Spero per il proprietario che la struttura fosse coperta da assicurazione. Se sì, forse la cosa non è stata così traumatica.
- Il tema della confisca è abbastanza allucinante, anche senza ulteriori aggiunte. Ma qui la cosa non è sola. A Carpeneda ci sono 400 abitanti. Ci sono già 23 profughi. In una struttura con un solo bagno. La coop che gestisce la stessa è parte di una indagine su una gigantesca truffa ai danni dello Stato. Quindi, oltre ai 23 attualmente presenti, ne sarebbero arrivati un’altra 40ina. Portando la percentuale dei richiedenti asilo al 15% e passa della popolazione. Numeri folli. Veramente al di fuori di ogni logica.
- Appena saputolo, il Sindaco di Vobarno va nella frazione, a sentire la popolazione. La popolazione, come sono certo immaginerete, non era felicissima. Non lo era per nulla. Le proteste sono state veementi. Ed io ora vi chiedo, prescindendo dalle violenze, avevano torto? Magari sarebbero arrivati solo donne e bambini. Magari no. Magari chissenefrega, la situazione sta diventando ridicola. E non lo dico io. Lo dice Minniti che chiede, almeno, di bloccare le ONG ed i taxi del mare. E lo fa perché di Carpeneda in questo paese ce ne sono troppe.
- Tanto per non farsi mancare nulla: da Carpeneda è partito un foriegn fighter che si è arruolato nell’ISIS. Quindi no, non è un posto particolarmente sicuro.
- Se alla fine di tutto questo, e lo chiedo davvero, senza retorica o polemica, si dovesse scoprire che l’incendio non è stato un attentato, che era tutto concordato e che era un modo per impedire l’arrivo, la confisca ed i rischi annessi senza danneggiare troppo il proprietario, voi ve la sentireste di condannarlo? La truffa all’assicurazione è certamente un crimine. Ma se aveste un sasso in mano, lo scagliereste contro chi ha ideato tutto? E con quanta forza? Sono domande importanti, perché ogni violenza è sbagliata. Anche quella contro gli Italiani.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,