A Milano spariscono i negozi di moda, crescono i bar e i ristoranti

Milano

Milano 5 Luglio – Calano le insegne a Milano, e in particolare quelle di moda. Nel primo trimestre del 2017, i negozi sono in diminuzione dello 0,3% rispetto allo stesso periodo l’anno scorso, con 320 chiusure a dispetto delle 119 aperture. A riportarlo sono i dati della Camera di Commercio diffusi dal Corriere, i quali evidenziano come da 12.205 botteghe si sia scesi a 12.166. A soffrire, in particolare, le insegne d’abbigliamento, in discesa del 4,8%, seguite da macellerie (-4,1%), edicole e cartolibrerie (-3,3%) e ferramenta (-2,2 per cento).

“Un trend negativo consolidato”, lo ha definito Massimo Torti, segretario di Federazione Moda Italia. “In Italia negli ultimi cinque anni si sono persi 17mila punti vendita. A Milano per ogni nuova serranda alzata se ne contano due abbassate e le neonate insegne sono in mano a stranieri”. In particolare, secondo i dati diffusi proprio da Federmoda, nel 2016 il numero delle imprese del dettaglio moda (abbigliamento, calzature, pelletterie ed accessori, tessile per la casa, articoli sportivi) si sono attestate a quota 124.172, in calo di 2.490 unità rispetto all’anno precedente (126.662) e in continua decrescita rispetto al 2014 (129.165), 2013 (132.543), 2012 (137.001) e 2011 (141.212).

Tra le motivazioni di queste chiusure, spiega Alfredo Scotti dell’associazione Cartolibrai di Confcommercio, non solo la crisi, ma anche la questione del ricambio generazionale: “I vecchi proprietari vanno in pensione e i figli non subentrano al loro posto. Amazon e i fornitori d’ufficio ci tolgono lavoro, ma diamo servizi al cliente che altri non offrono, questo è il nostro valore”. Tra le altre possibili cause di questo calo, anche i lavori per la linea 4 della metropolitana, che limitano l’accesso ai punti vendita in diverse zone della città, come in via Foppa.

A crescere, invece, sono le insegne dedicate all’alimentare (come bar e ristoranti), alla telefonia, ai negozi di oggettistica e articoli regalo e al benessere (profumerie, erboristerie, centri estetici). Bene anche per gli ambulanti e gli shop online che crescono dello 0,8% rispetto ai primi tre mesi del 2016. In crescita del 3%, in particolare, chi ha deciso di investire in nuove attività nell’ambito ortofrutticolo e streetfood, del 5% quelli che hanno scelto di investire in altri prodotti. I negozi che nel 2017 hanno debuttato solo online, invece, sono stati 34. (Pambianconews)

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