Milano 6 Luglio – Le vittime di aggressioni violente fondano una associazione perché l’Italia tuteli anche loro. Oggi godono di più attenzioni pubbliche gli autori delle violenze che le vittime.
Partendo da questa contraddizione ieri al Senato è stata presentata Unavi. La Presidente Paola Radaelli ha illustrato le finalità: unire le famiglie che hanno subito la terribile esperienza di aggressioni violente per spingere con forza le istituzioni a modificare la legislazione italiana in materia di legittima difesa e di assistenza legale, psicologica e sostegno alle vittime.
Cosa succede a chi è vittima lo ha spiegato la vicepresidente Federica Raccagni. 3 anni fa a Ponte Oglio Raccagni ha perso il marito, dopo che 4 clandestini entrati nel garage della loro villetta, sorpresi mentre rubavano, hanno colpito mortalmente il marito con delle bottiglie.
“Ho dovuto rialzare la claire della impresa di famiglia dopo qualche giorno, facendo a meno di mio marito. Ho dovuto sostenere spese legali, l’assistenza psicologica ai figli che hanno assistito all’omicidio del padre. Nessun aiuto dallo Stato che peraltro aveva consentito che quei 4 balordi già denunciati per altre rapine girassero a piede libero”. E la beffa che la loro condanna è stata mitigata dalle attenuanti generiche.
Erano presenti altre vittime e familiari: Fabio Misuri, Gigliola Bono, Diego Raggi, Rosita Solano. Ogni loro triste vicenda presenta aspetti comuni: nessuna certezza della pena, lunghe battaglie legali in caso di reazione per affermare la propria legittima difesa, nessun sostegno dallo Stato per pagare spese mediche e legali.
Sono intervenuti anche numerosi parlamentari tra cui Lucio Malan, Giovanni Mauro, e Maurizio Gasparri di Forza Italia, Nicola Molteni della Lega Nord, Antonella Petrenga di FdL, il Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, Alberto Cominardi del M5S e Gianluca Rossi del PD e anche Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Milano, tra i promotori della Associazione Unavi.
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