Negli atti le accuse al sindaco di Milano. Guardia di Finanza: “Plurime alterazioni da soggetti pubblici”
Milano 6 Luglio – Beppe Sala autorizzò lo stralcio della gara sul verde di Expo nonostante il “parere contrario” di altri manager della società, “preoccupati delle possibili conseguenze sulla tenuta e sulla regolarità del bando”. E’ quanto emerge dalla lettura degli atti depositati con la chiusura dell’indagine sulla Piastra di Expo in cui il sindaco di Milano e’ indagato per falso ideologico e materiale e turbata libertà degli incanti. Secondo la ricostruzione della Procura Generale, la fornitura di 6mila piante era dentro l’appalto della Piastra ma esponenti politici della Regione Lombardia, tra i quali viene citato l’allora Governatore Roberto Formigoni, fecero pressioni per coinvolgere i florovivaisti lombardi e l’allora ad Sala “senza un provvedimento formale” dispose lo stralcio dal bando della fornitura di alberi, del valore di 5 milioni.
La direttiva sullo stralcio venne resa “operativa dall’ad di Expo nonostante il parere contrario sia del Rup, ingegnere Carlo Chiesa, sia del Responsabile dell’Ufficio Gare e Contratti di Ilspa, Pierpaolo Perez, ma, soprattutto, del legale di Ilspa, Carmen Leo, i quali erano tutti preoccupati delle possibili conseguenze sulla tenuta e sulla regolarità del bando di gara rilevato che allo stralcio di tale fornitura non e’ corrisposta la modifica del prezzo finale posto a base d’asta”. Secondo l’accusa, l’importo per gli alberi non venne scorporato dai 272 milioni della Piastra ma “artificiosamente spalmato sulle altre lavorazioni allo scopo di mantenere inalterati il valore della base d’asta”. Di qui l’ipotesi di reato di turbativa d’asta per il sindaco.
Non solo violazioni di legge nelle procedure per la Piastra e per la fornitura degli alberi, ma “plurime alterazioni” da parte di “soggetti con ruoli di rilievo pubblico”. E’ un giudizio severo quello che la Guardia di Finanza tratteggia nelle conclusioni di una delle informativa realizzate nell’ambito dell’inchiesta della Procura Generale che vede indagato anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “L’insieme dei dati esposti – scrive la Gdf – seppur con tratti talvolta indefiniti stante il tempo trascorso e l’aleatorietà di talune giustificazioni addotte dai diretti interessati, si ritiene sia correlabile a un ampio fronte informativo che non può essere ricondotto (e/o trovare giustificazione) unicamente nella realizzazione della Piastra, intervento di natura edilizia – strutturale imprescindibile per la realizzazione dell’evento Expo, ne’ tantomeno alla sola fornitura delle ‘essenze arboree'”.
“Rispetto ai plurimi argomenti trattati – cosi’ le Fiamme Gialle sintetizzano il loro lavoro – e’ stato rilevato quale fattore comune, e spesso distintivo, il ricorso ad alterazioni e adeguamenti di procedure ad evidenza pubblica variamente – e a volte in modo inconciliabile – posti in essere da soggetti con ruoli di rilievo pubblico, imprenditori privati e anche rappresentanti di enti pubblici. Le condotte hanno determinato indubbi risvolti di natura economico – patrimoniale che, in questo caso, spesso hanno a loro volta innescato ricadute sui valori di finanza pubblica correlati all’esposizione universale”. (Huffington Post)
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