Milano 9 Luglio – Avevano messo in piedi una truffa che sembrava perfetta. Oltre 2mila videoslot «taroccate» immesse nel mercato italiano che garantivano vincite ridotte agli ignari giocatori. Invece del 70% previsto dalla legge, erano tarate su percentuali molto più basse, garantendo un guadagno illecito ai gestori. Dodici persone, che gestivano il business, sono state denunciate dalla guardia di finanza nell’operazione “Sfinge” (il nome prende spunto dall’iconografia usata come sfondo delle videoslot taroccate). Le macchinette modificate erano state istallate in oltre 1.400 locali pubblici da Nord a Sud, oltre cinquanta a Milano. In città i gestori coinvolti nella truffa (tutte società di piccole dimensioni con regolare autorizzazione dello Stato) sarebbero tredici. In pratica la società, con sede ad Alessandria, produceva e commercializzava le videoslot illegali, depositando all’ente di certificazione una scheda regolare. Ma, una volta ottenuta l’autorizzazione, venivano introdotte nelle slot le schede taroccate.
Le macchinette irregolari, oltre che dalla ditta piemontese, venivano immesse sul mercato anche da società di Milano, Torino, Faenza, Roma, Napoli, Milano, Bologna, Verona, Vicenza. Oltre a pagare le imposte sull’illecito profitto, che per ora è stato stimato in 28 milioni all’anno, rischiano fino a 5 anni di reclusione per i reati di frode informatica e falso in dichiarazione di atto pubblico. Ultimo anello della catena erano i gestori, che installavano le slot nei locali di ignari proprietari. Il meccanismo fraudolento era semplice e sofisticato allo stesso tempo. In poche parole il software delle slot era modificato in modo da comunicare al fisco delle vincite in linea con le percentuali previste dalla legge, ma che di fatto venivano erogate ai giocatori in misura notevolmente inferiore. I gestori delle macchinette si appropriavano di oltre il 50% delle vincite destinate ai giocatori e in questo modo riuscivano a triplicare i loro incassi senza, ovviamente, dichiarare nulla al fisco. Nell’operazione per stroncare la maxi frode sono stati coinvolti circa 250 reparti della guardia di finanzia, coordinati dalla Procura e dalla gdf di Torino, con l’ausilio della direzione generale delle Dogane e dei Monopoli di Roma e della Sogei Spa. (Il Giorno)
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