Milano 13 Luglio – È la terza ristrutturazione di Anteo. La più importante da quando il multisala ha aperto i battenti. Il segno più visibile dei lavori che avanzano è in via Milazzo, oggi sventrata, che sarà una delle porte d’ingresso al Palazzo del cinema e cambierà aspetto: marciapiedi a raso e mobilità lenta. L’altro accesso, quello principale, s’affaccia su piazza XXV Aprile. Nell’atrio rivestito in mattoncini rossi ci saranno le casse. Da lì scale e ascensori tutto vetri porteranno gli spettatori fino ai piani alti, dove saranno distribuite le nuove sale. Tutto è pensato perché questo luogo sia visitato, ancora prima che vissuto. Il nuovo Anteo sarà aperto dalle 10 all’una di notte con le sue undici sale, sviluppate su quattro piani (5.500 metri quadrati in tutto). Nove cinematografiche, una sala cinema-ristorante, un’ultima infine multimediale dedicata all’on demand.
Martedì, nel chiostro dell’Incoronata — dove sono presenti due maxischermi per le proiezioni estive — la presentazione del progetto quasi faraonico. Il Palazzo del cinema si candida a diventare un luogo di cultura unico a Milano (e non solo). Anche un luogo della memoria, tant’è che l’invito fatto alla cittadinanza ad indicare un nome di un cinema storico, che ha chiuso, da attribuire alle nuove sale hanno risposto in pochi giorni già tremila persone, «con motivazioni commoventi», ha precisato Lionello Cerri, fondatore e amministratore delegato del Cinema Anteo. Il suo obiettivo, dichiarato, è di «far tornare pubblico giovane» e per questo saranno anche dedicate sale per organizzare corsi di montaggio e fotografia. Per questo, mentre Cerri anticipa che ci saranno «ritocchi ai prezzi, ma oggi siamo tra i più bassi per le prime visioni», al tempo stesso si lavora per venire incontro alle giovani generazioni come per facilitare «i consumatori forti» che già oggi (in 10 mila) hanno la tessera «Amici del cinema». Il futuro è poi nella «tessera digitale, una sorta di borsellino elettronico». Sparirà la carta. Segnaletica e informazioni viaggeranno su monitor, con il ricorso al Qr code.
Il Palazzo del cinema farà un salto nel futuro. Ma nulla di tecnologico sarà in vista, bensì come ha spiegato Riccardo Rocco, l’architetto che ha progettato l’intervento, «l’innovazione sarà in luoghi nascosti e protetti alla vista». Perché il nuovo Anteo «deve ricordare una casa, dev’essere una seconda casa». Così i colori neutri, dai toni del grigio sulle pareti delle sale ai sabbia dei corridoi, e le poltrone fatte su misura, «che ricordano quelle di un appartamento». E gli arredi e gli spazi di lettura. Tutto all’insegna del comfort.
Non è semplice intervenire in un luogo che ha una storia di settant’anni.Questo edificio nacque negli anni Trenta del secolo scorso e fu la Casa del Fascio. I lavori hanno rispettato le indicazioni della Soprintendenza, riutilizzando i materiali dove è stato possibile. L’obiettivo con le nuove sale è portare dagli attuali 300 mila a 550 mila spettatori anno. Il Palazzo del cinema ha concordato con il Comune, proprietario degli spazi, un affitto trentennale. L’investimento di 5,2 milioni di euro potrà essere ammortizzato in una decina di anni, ha aggiunto Sergio Riva, uno dei soci dell’impresa. Il cinema resterà fedele a se stesso: non ci sarà spazio agli horror né ai popcorn. Aprirà una nursery per bimbi dai 3 ai 12 anni che non sarà un parcheggio. E un caffè ristorante che come la sala ristorante più cinema sarà gestito con Eataly.
Paola D’Amico (Corriere Milano)
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