Milano 13 Luglio – Le occupazioni illegali sono reati ad alta pericolosità sociale che non solo generano insopportabili ingiustizie, ma distruggono l’autorità dello Stato e la credibilità delle istituzioni e spesso sono gestite da vere e proprie organizzazioni criminali. Le operazioni di sgombero incontrano enormi difficoltà. Occorrono sanzioni che costituiscano un vero deterrente equiparando l’occupazione illegale di una casa pubblica a reati gravi come la rapina o l’estorsione.

Le operazioni di sgombero che con i tempi imposti dalle procedure attuali incontrano enormi difficoltà, devono essere garantite non solo da un maggiore impegno di tutte le istituzioni interessate, ma con più adeguate leggi. Occorrono sanzioni che costituiscano un vero deterrente equiparando l’occupazione illegale di una casa pubblica a reati gravi come la rapina o l’estorsione. Non c’è bisogno di ricordare che siamo giunti al punto di veder occupato l’appartamento di anziani ricoverati in ospedale o di persone in vacanza. Ciò detto è necessario che vadano individuate specifiche soluzioni di emergenza per situazioni di particolare disagio sociale. Ma se non sarà garantito sulla base dei fatti e non di inutili grida manzoniane il blocco totale di nuove occupazioni e il graduale ricupero delle occupazioni «storiche» ripristinando le condizioni di legalità, gli sforzi per far crescere il patrimonio di edilizia pubblica disponibile rischierebbero di essere inutili. Per quanto riguarda il secondo punto, occorre ripristinare un canale di finanziamento continuativo di natura statale in misura inferiore a quella del passato, ma diretto a intervenire nelle grandi aree metropolitane dove maggiore è la domanda di alloggi. Anche Regioni ed enti locali dovranno fare la loro parte, se l’obiettivo di far crescere adeguatamente l’offerta di case popolari è considerata dawero strategica. In particolare i grandi comuni debbono individuare nel Piano Generale del Territorio le aree su cui costruire, così come previsto dalla Legge 167/62, (cosa non fatta dall’amministrazione Pisapia) e reperire risorse da investire anche attraverso l’alienazione di beni patrimoniali disponibili. Il nuovo accordo di programma sugli scali ferroviari sarà un banco di prova per la giunta Sala sulla reale volontà di costruire un numero significativo di alloggi di edilizia popolare sovvenzionata. In questo contesto gli enti proprietari devono garantire una gestione trasparente e virtuosa che non può limitarsi all’ordinaria amministrazione. Fatti salvi i costi sociali sostenuti per la tutela delle fasce povere degli inquilini, il management deve generare livelli ragionevoli di autofinanziamento. Lo stesso fatto che esistano a Milano due soggetti come Mm e Aler che amministrano le case popolari, l’uno per conto del Comune e l’altro per conto della Regione, dovrebbe spingere quantomeno a forme di collaborazione e di coordinamento per razionalizzare e rendere più efficace il funzionamento di entrambi.
Di Walter Galbusera *presidente Fondazione Kuliscioff
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PERCHE’ ALER MILANO TIENE APPARTAMENTI RIMESSI COMPLETAMENTE A NUOVO (PAVIMENTI SANITARI SERRAMENTI MURI ECC) ???? NEL MIO PALAZZO CI SONO 4/5 APPARTAMENTI COSI’,,VUOTI DA 6/7 ANNI. SONO A DISPOSIZIONE PER COMUNICARVI LA VIA IL CIVICO .