Milano 13 Luglio – Tra i disegni di legge che il Governo del Partito Democratico ha rovesciato sul Parlamento c’è (guarda un po’ chi si rivede) quella di una “nuova” legge repressiva delle attività di propaganda e dei “comportamenti” fascisti e nazisti.
Che a distanza di settantadue anni dal suicidio di Adolf Hitler nel bunker della Cancelleria e dalla cattura con conseguente uccisione di Benito Mussolini che fuggiva in Svizzera travestito da soldato tedesco, si senta il bisogno di aggiungere alla gran catasta delle leggi della nostra Repubblica un’altra legge contro il fascismo (e, stavolta, anche contro il nazismo) è di per sé più ridicolo che inopportuno. Paesi che hanno versato sangue più assai di quanto abbia fatto l’Italia per liberarsi (e, quegli altri, per liberare gli altri) dal fascismo lasciano gli scimuniti che esibiscono svastiche celebrare i loro riti funerei e cretini.
La “nuova” legge se abbandona il concetto di “ricostituzione” (impossibile di ciò di cui non esistono più manco i pezzi) del partito fascista, punisce propaganda e “atteggiamenti”. Pare, dunque, che la principale preoccupazione dei bravi legislatori sia il saluto fascista (detto con impudente falsificazione “saluto romano”).
Ma queste sono chiacchiere. Se si dovessero punire tutte le cose fastidiose e stupide la nostra legislazione, già smisurata, si raddoppierebbe. Quel che conta è una domanda: ma non avevano altro a cui pensare Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Andrea Orlando ecc.? E qui sul comico prevale il dramma. Il dramma di un modo di governare e di legiferare, per il quale leggi, provvedimenti e scelte politiche sono fatti per coprire, con pezze colorate, i guasti di altre leggi, di altri provvedimenti.
Ma questa volta la manfrina è più grossa, più spudorata e più complessa. Renzi, il Partito Democratico, che stanno varando provvedimenti antidemocratici, antiliberali e, se vogliamo, proprio valerci (magari lo sapessimo fare!) dell’esperienza del passato, di stampo sostanzialmente fascista (altro che saluto romano!) quale la legge sulle confische dei beni dei sospettati di essere corrotti ecc. ecc., si “copre” con l’antifascismo della legge contro il saluto fascista.
Il saluto fascista, è inutile che lo dica (e non solo il saluto), non mi è mai piaciuto e mai l’ho tollerato senza rabbia e fastidio. Anche, e soprattutto, quando era obbligatorio e ti bastonavano se non lo facevi al loro passaggio e ti mandavano al confino se eri “dedito alla stretta di mani”. Ma qui e ora abbiamo quelli che vogliono leggi di punizione (come la confisca dei beni) degli “indiziati” di delitti. I fascisti, almeno sulla carta dei Codici, non arrivarono mai a tanto.
Coprire con questo disegno di legge l’enormità e la pericolosità degli altri basta a condannare partiti, uomini, maggioranze e opposizioni non abbastanza decisi a opporsi allo sfacelo. Ma c’è anche un aspetto tragicomico di quest’altra baggianata. Matteo Renzi che perde pezzi a sinistra, vuole riguadagnare terreno risfoderando vecchi cavalli di battaglia della sinistra della Prima Repubblica. Un mostro che si baloccava con questi rituali e che è finito come è finito. Ci dispiace, anzi non ci dispiace affatto, ma non siamo disposti a farci prendere in giro da questi grossolani imbroglioni. E a subire le loro leggi sostanzialmente fasciste.
Mauro Mellini (L’Opinione)
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