Una ruspa per la Boldrini: giù tutti gli edifici fascisti.

Attualità

La presidente della Camera cavalca la furia iconoclasta: «Partigiani a disagio se vedono i simboli del Ventennìo». Per darle retta bisognerebbe spianare l’Italia.

Milano 13 Luglio – A questo punto, viene da chiedersi perché non propongano di riportare stormi di zanzare nell’Agro Pontino, ritrasformandolo in una gigantesca palude in nome dei sinceri ideali democratici. Già che ci sono, gli illuminati signori della sinistra italica dovrebbero radere al suolo il Colosseo quadrato di Roma, sbriciolare l’altare della patria (o almeno le parti realizzate negli anni Venti), abolire il corpo forestale dello Stato, cannoneggiare la stazione Centrale di Milano, vendere l’obelisco del Foro italico ai cinesi.

E poi dare alle fiamme – possibilmente a piazzale Loreto – i dipinti di Umberto Boccioni, il codice penale e i libri di qualche centinaio di illustri scrittori. Dovrebbero farlo subito, poiché questa è la volontà del popolo italiano.

Forse non lo sapete, ma i cittadini della Penisola, o almeno molti di loro, provano un sincero disgusto di fronte a tutto ciò che è stato realizzato nel Ventennio mussoliniano, che si tratti di arte, letteratura o opere pubbliche fa poca differenza. Lo ha spiega ieri Laura Boldrini. Il presidente della Camera è stato interpellato dai giornalisti in merito alla proposta di legge «antifascista» di Emanuele Fiano e ha dichiarato quanto segue: «Non commento i provvedimenti che sono in Aula, ma ci sono persone a disagio quando passano sotto i monumenti fascisti». Anche da questo punto di vista, secondo Madama Laura, dovremmo seguire l’esempio tedesco: «Non accade altrettanto in Germania dove i simboli del nazismo non ci sono più. Io rispetto la loro sensibilità, ma è evidente che in Italia questo passaggio non c’è stato. Però non possiamo nemmeno sottovalutare il fatto che ci siano alcune persone che hanno dedicato la loro giovinezza a liberare il nostro Paese che si sentono poco a loro agio quando passano sotto certi monumenti». Strano che questo disagio si manifesti a 70 anni da quei fatti. Quando i conti da regolare con il regime erano aperti, avrebbero potuto buttarlo giù, l’obelisco Dux al Foro italico. Ma non l’hanno fatto, allora. Lo si vorrebbe invece fare oggi. L’impressione è che più passa il tempo che ci separa da quegli anni, più cresca l’insofferenza. Ma non, come dice la Boldrini, da parte di «coloro che hanno dedicato la loro giovinezza a liberare il nostro Paese», che oggi, per ineluttabili cause biologiche sono ormai pochissimi, bensì da parte dei loro goffi e zelanti eredi autoproclamatisi.

Ecco che, per Fiano e la Boldrini, tutto ciò che odora anche lontanamente di fascismo va sradicato, raso al suolo, passato al vaglio della ruspa democratica. Crollino i palazzi, si sfascino i monumenti, si perforino le strade: questo è il modo migliore per elaborare il nostro passato. E non importa se il Ventennio fascista ha contribuito a formare la nazione in cui oggi viviamo, non conta che quegli anni siano stati una parte fondamentale della nostra storia. Non vanno studiati, elaborati, esaminati. No,vanno semplicemente espunti dal passato. Ma c’è di più. Bisogna anche provvedere a estirpare il germe fascista da ogni dove. Secondo la Boldrini, infatti, viviamo attualmente una terrificante emergenza democratica. Non sono bastati gli appelli – al limite dello stalking – rivolti a Mark Zuckerberg affinché censuri ogni contenuto sospetto di fascismo da Facebook. Zuck, che pure non è un esempio di trasparenza e pluralismo, ha sommessamente dovuto far presente che nella più grande democrazia del pianeta punire le idee, qualsiasi esse siano, è qualcosa che fa istintivamente orrore. E che, anche dal punto di vista legale, il social network si basa su regole uguali per tutti. Certo, la Boldrini potrebbe sempre scrivere a Donald Trump o alla Corte suprema statunitense facendo notare come sia intollerabile che gli Usa non abbiano recepito la direttiva Fiano. Ma poi sarebbe complicato dover spiegare chi è Fiano, e forse anche chi è lei. Poco importa, la Presidenta tira dritto (precisazione: è un modo di dire, non una allusione a chissà quali discorsi mussoliniani).«Per quanto riguarda queste manifestazioni di ispirazioni fascista, noi non possiamo sottovalutarle», ha detto sempre ieri. «Lo abbiamo visto dalle manifestazioni al cimitero di Milano, alla spiaggia con lo stabilimento balneare, alle liste con il littorio fascista, alle irruzioni nei consigli comunali. Ci sono persone che si sentono colpite da questo, a volte anche offese». A sentire lei, sembra che le squadre munite di manganello imperversino per lo Stivale seminando il panico, stiamo peggio che nel biennio rossonero. La democrazia è in pericolo per colpa dei fascisti. Sfugge un particolare: a governare senza passare dalle urne, di recente, non sono mica stati i nostalgici di Benito…

Riccardo Torrescura (La Verità)

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