Milano 15 Luglio – – Condannato a 1 anno di carcere. Ma con la sospensione condizionale della pena subordinata al pagamento del risarcimento disposto dal Tribunale a favore della sua vittima. Si è chiuso così il processo a carico di G.R., il 44enne che nel dicembre 2012 a Turbigo, comune a Ovest di Milano, mentre era alla guida della sua auto, investì e travolse la bicicletta condotta dal suo ex datore di lavoro, C.S., titolare della cooperativa “Il Naviglio”, che lo aveva licenziato 3 anni prima.
L’uomo, secondo l’accusa ipotizzata dal pm di Milano Letizia Manella (che aveva chiesto per lui una condanna a 1 anno e 2 mesi), sarebbe “volontariamente entrato in collisione con il velocipede” stringendo il conducente “contro il muro adiacente la carreggiata”. In questo modo “lo faceva rovinare prima sul cofano dell’autovettura e poi a terra”. Dall’incidente, si legge ancora nel capo di imputazione, la vittima riportò un “trauma rachide cervicale” e “dorsale” e altre lesioni guaribili in 10 giorni. L’impianto accusatorio ha retto al giudizio del Tribunale: secondo il giudice monocratico della seconda sezione penale di Milano, Mariantonietta Monfredi, così facendo l’imputato si è reso colpevole di lesioni personali aggravate dai futili motivi. All’uomo è stata concessa la sospensione condizionale della pena soltanto se la vittima verrà risarcita con mille euro, così come stabilito dal Tribunale.
L’imputato “è un padre di famiglia e non accetterà mai di essere ritenuto responsabile”, ha sottolineato il suo difensore, l’avvocato Roberto Lassini, preannunciando ricorso in appello. Per il legale, non c’era nessun intenzione punitiva da parte del suo cliente che al massimo si è reso colpevole di un reato di natura colposa: fu infatti un “sinistro stradale” dovuto a una “svista” dell’uomo che in quel momento stava percorrendo “una strada molto stretta”. (Askanews)
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