A Comune Sesto fattura per deposito salma Amri. Sindaco scrive a Gentiloni: non pago.

Cronaca

Milano 22 Luglio – Il Comune di Sesto San Giovanni ha ricevuto la fattura da pagare per il deposito della salma dell’autore della strage di Berlino, Anis Amri. A darne notizia è lo stesso sindaco del comune milanese, Roberto Di Stefano, che in una nota ha respinto, indignato, la richiesta al mittente: “Siamo alla follia. Sono esterrefatto, quella per per oltre sei mesi era un’ipotesi assurda e irrealizzabile, in Italia è incredibilmente diventata realtà. I miei uffici mi hanno appena mostrato la fattura del Comune di Milano, pari a un importo di 2.160,18 euro, con la quale viene chiesto all’amministrazione di Sesto San Giovanni di pagare le spese di ‘deposito salma’ del terrorista Anis Amri, autore della strage di Berlino. A scanso di equivoci dico subito che mi opporrò con ogni mezzo a questa vergognosa e offensiva richiesta e che i soldi dei miei cittadini mai saranno utilizzati per far fronte a questa richiesta”.

Lo scorso 23 dicembre, proprio a Sesto San Giovanni, due poliziotti del Commissariato cittadino uccisero Amri, la cui salma è rimasta per oltre sei mesi – dal 23 dicembre 2016 al 29 giugno 2017 – all’obitorio comunale per poi lasciare l’Italia in direzione Tunisia. “Non mi interessa assolutamente nulla – prosegue Di Stefano – se la legge nazionale prevede che le spese post-mortem di una persona non reclamata siano a carico del Comune in cui la stessa è morta. Qui stiamo parlando di un mostro che non merita alcuna pietà. Per questo ho già provveduto a scrivere al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al ministro degli Esteri Angelino Alfano e al sindaco di Milano Giuseppe Sala, per comunicare loro che Sesto San Giovanni non pagherà mai nulla. Se proprio ci tengono provvedano loro. Noi anche nel rispetto di Fabrizia Di Lorenzo, vittima italiana di quella strage, e di tutte le altre persone morte in attentati terroristici di matrice islamista, oltre che in segno di attenzione delle Forze dell’Ordine, non destineremo mai un euro per saldare questa fattura”. (Askanews)

 

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