Ecco perché prendiamo schiaffi (anche) da Macron

Attualità

Milano 25 Luglio – A forza di aspettare di accodarci all’Onu e soltanto all’Onu, per non prendere mai rischi che turbino le grandi politiche renziane, abbiamo da tre anni lasciato lavorare con Haftar russi, francesi, egiziani e emiratini. I francesi sono sempre stati molto attivi a Bengasi. Sicuramente Macron e Putin hanno parlato di Libia con Trump. Parigi ora si consolida, con il sostegno dei membri permanenti in Consiglio di Sicurezza – Regno Unito, Russia, Usa-come il Paese europeo che ha maggior credibilità anche sulla crisi libica per una serie di motivi:
1) presenza e ruolo delle sue forze speciali nel Sahel insieme a quelle dei suoi alleati africani che sono più danneggiati dalla destabilizzazione libica: Niger, Chad, Repubblica centrafricana‎. La Francia dimostra da quattro anni che non esita a spiegare militari, intelligence, risorse politiche e finanziarie nella regione dopo ve più si diffonde la destabilizzazione libica. L’Italia di Renzi si è sempre puntualmente rifiutata di anche solo ipotizzare un qualche intervento di tale tipo, neppure in simbolica partecipazione alle forze di peacekeeping sotto mandato Onu e Unione Africana.
2‎) La Francia intende accollarsi, per tutelare i propri fondamentali interessi nazionali, un ruolo guida sulla Libia, ruolo che certamente gode del beneplacito tedesco e probabilmente anche di quello spagnolo, britannico, e dei quattro paesi di Visegrad, perché è fortemente preoccupata dalla totale assenza di politiche e misure credibili da parte italiana sull’invasione migratoria dalla Libia. C’e’ un ritardo enorme nell’avvio della “fase due” delle operazioni navali Ue antitrafficanti , e Roma ha continuato a frenarle sia a Bruxelles che a titolo nazionale. Abbiamo prima negato, poi tollerato, infine continuato a scantonare sull’indecenza delle ong che attirano e di fatto incoraggiano il traffico dei migranti, al punto di essere l’Italia attualmente persino sotto la lente di ingrandimento del Dipartimento di Stato Usa per le carenze gravi che stiamo mostrando nella lotta -alla quale siamo tenuti dai trattati in vigore- contro la tratta degli esseri umani.
3) Macron mira certamente a consolidare in Libia un ruolo dominante francese che non ha mai avuto, e che era stato con ogni verosimiglianza all’origine della precipitosa e per alcuni versi sconsiderata decisione di intervenire militarmente contro Gheddafi. Ma Parigi ha ora dalla sua un argomento in più, che in Europa può pesare molto e convincere ben diversamente dall’incessante appello alla solidarietà da parte di Gentiloni. Un appello che nelle capitali europee non convince, e rappresenta una ulteriore certificazione dell’isolamento nel quale siamo finiti, perché continuiamo a dimostrare di non saper prendere una singola misura -come la chiusura dei porti- o una singola posizione giuridica: la decadenza degli impegni rivelati dall’ex ministro Bonino, dato che le”rebus sic stantibus”sono completamente sovvertite.
Il problema vero è la grave assenza di un pensiero coerente sull’interesse nazionale, e di strategie e misure concrete per affermarlo. Provo a parlarne da almeno tre anni ,a proposito della Libia e in tutti i convegni ai quali ho partecipato e sto partecipando sul ruolo dell’Italia in Europa e nel Mediterraneo. Ma irresponsabilità, disinteresse, e troppo spesso malaffare inquinano anche l’informazione e le istanze che avrebbero le risorse intellettuali e politiche per reagire.
Giulio Terzi di Sant’Agata (L’Intraprendente)

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