Milano 25 Luglio – Quando i soldati iracheni hanno sollevato il velo non credevano ai loro occhi: sotto il niqab c’erano degli omacci con barba, baffi e sopracciglia folte, seni finti e perfino biancheria intima sexy.
L’intelligence aveva segnalato da tempo che per uscire incolumi da Mosul, l’ex capitale del Califfato, i terroristi avrebbero tentato di mascherarsi usando indumenti femminili. Perciò tutte le donne rimaste nella città conquistata dalle truppe irachene sono state fatte passare attraverso i checkpoint per essere identificate. Alcune decine di loro erano in realtà combattenti maschi, che fino a pochi giorni prima avevano imbracciato il kalashnikov per uccidere. Li hanno arrestati, ma non hanno perso l’occasione per filmarli come trofei di guerra e mandarne in onda le immagini sulle tv del Kurdistan.
Sono tutti giovani musulmani, attirati dalla propaganda diffusa dall’Isis attraverso i social network, che si erano arruolati per guadagnarsi la vita eterna sacrificandosi come martiri sulla via di Allah. Si illudevano di diventare eroi e invece si sono ridotti come la peggior caricatura delle drag queen, simbolo della corruzione morale dell’Occidente. Altro che guerrieri della jihad islamica. (Libero)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845