Colle dell’Infinito: il FAI invita a un “esercizio spirituale”

Cultura e spettacolo

Milano 28 Luglio – Firmato l’accordo di valorizzazione culturale del Colle dell’Infinito tra il Comune di Recanati, il  Fondo Ambiente Italiano, il Centro Nazionale di Studi Leopardiani e il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura “Giacomo Leopardi”.

Non esiste forse nella letteratura un luogo geografico, reale e al tempo stesso astratto e interiore, come l’“ermo colle” di Giacomo Leopardi; uno spazio fisico definito e chiuso, “finito”, che suscita il concetto d’infinito, tema della più famosa tra le poesie leopardiane.

A Recanati è stato firmato un accordo tra il Comune, il Fondo Ambiente Italiano, il Centro Nazionale di Studi Leopardiani e il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura “Giacomo Leopardi”, con cui verrà affidata al FAI la valorizzazione culturale e la concessione per la gestione di alcuni spazi del Centro Nazionale di Studi Leopardiani e della porzione del Colle meglio definita come “Orto delle Monache”. È un progetto che mette in relazione i due aspetti del Colle, paesaggistico e ilosofico, poetico e spirituale, per un lavoro di tutela, conservazione e promozione del patrimonio immateriale costituito dal pensiero e dalla sensibilità di Giacomo Leopardi. Un’opera dedicata a un pubblico più ampio possibile, in Italia e nel mondo, perché possa vivere le emozioni che suscitano i luoghi leopardiani e il piccolo orto-giardino sul colle di Recanati adiacente alla casa del poeta: il luogo dove Leopardi concepì nel 1819 “L’Infinito”, la sua lirica più celebre e rappresentativa, ispirata dalla “siepe che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”.

Il restauro e il progetto di valorizzazione culturale

L’intervento sull’Orto delle Monache è affidato all’architetto Paolo Pejrone, celebre paesaggista europeo, da anni collaboratore della Fondazione, per restaurare il luogo con le sue piante, i muretti, il prato, gli orti, le siepi e renderlo facilmente fruibile dal pubblico, mantenendolo il più possibile semplice e discreto come è ora. Si lavorerà anche alla valorizzazione del patrimonio culturale, spirituale ed emotivo che quel luogo suscita in coloro che lo visitano facendo in modo che ognuno possa riconoscerlo proprio. All’interno del Centro Nazionale di Studi Leopardiani uno spazio, restaurato e riallestito, proporrà uma presentazione della vicenda filosofica e spirituale di Leopardi e dei suoi scritti, attraverso l’esperienza di un viaggio intimo e profondo alla scoperta dell’interiorità del poeta e dell’individuo che, come Leopardi, s’interroga sui temi dell’esistenza e della natura.

Il progetto si propone di conservare le caratteristiche, riqualificando con interventi mirati alcuni elementi in modo da restituire allo spazio il senso di semplicità che gli è connaturato. Così che ciascuno, mentre si trova in quel luogo, sia nelle condizioni di immergersi nelle sensazioni del poeta. La qualità e la vocazione di questo Orto-giardino consistono nell’essere uno spazio semplice, per questo l’intervento sarà caratterizzato più dal sottrarre che dall’aggiungere, ricreando il forte contrasto che nasce tra una dimensione umana e quotidiana e il senso dell’infinito suscitato dal metaforico affacciarsi sulla vastità del mondo “oltre la siepe”. L’aspetto finale dell’orto non si discosterà molto da quello attuale e, in un’apparente e spontanea casualità, sarà in grado di ricreare il fascino di questo spazio come era quello curato dalle monache.

La fase iniziale del progetto di valorizzazione culturale del FAI si concentrerà sulla creazione di un patrimonio di conoscenza aggiornato e completo, volto a ricostruire la storia del luogo nella sua evoluzione. Un viaggio che partirà dall’impianto della prima Chiesa di Santo Stefano per passare alla costruzione del Monastero delle Clarisse – con il primo “Orto delle Monache”, noto da fonti documentarie e iconografiche – e alla vita quotidiana al suo interno, fino all’epoca delle frequentazioni leopardiane, raccontate dai numerosi testi del poeta che fanno riferimento a Recanati e ai luoghi a lui cari. Questo patrimonio di informazioni storiche sul luogo sarà, assieme alla presentazione dei cardini fondamentale della riflessione leopardiana, al centro di un video-racconto della durata di circa 15 minuti, proiettato in un spazio al piano terra del Centro Studi, che avrà l’obiettivo di introdurre il pubblico alla permanenza nell’Orto: una via d’accesso semplice e coinvolgente, capace di trasmettere con immediatezza nozioni e sensazioni necessarie ad affrontare con consapevolezza la successiva visita, che non richiederà ulteriori strumenti se non a discrezione di chi vorrà approfondire determinati temi. Dopo questa introduzione, i visitatori potranno raggiungere l’Orto attraverso il viottolo percorso a suo tempo da Leopardi. La visita sarà libera: un luogo di pace e di silenzio, con poche sedute e spazi ombrosi, dove il pubblico potrà passeggiare o fermarsi, rievocando l’esperienza di Leopardi. L’Orto del Colle dell’Infinito sarà proposto nella sua apparenza semplice e “graziosa” di giardino coltivato, uno spazio di sospensione, capace di ispirare un momento di riflessione individuale suggerita dalle parole di Leopardi che per primo usò questo luogo per interrogarsi su se stesso e sulla vita. Immersi tra storia, ambiente e pensiero, l’Orto del Colle sarà di nuovo e per sempre un “mare” dove il “naufragar m’è dolce”.

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