Il 50% degli italiani costretto a rinunciare ai farmaci. Casalinghe e pensionati le categorie più colpite.

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Con Banco farmaceutico aiutate oltre 557 mila persone in difficoltà

Milano 29 Luglio – Nel 2016 sono stati 1.791.042 i farmaci raccolti dal Banco Farmaceutico, per un valore economico di 14.890.966 euro. Con i medicinali donati -grazie a oltre 14 mila volontari, 3.681 farmacie e 35 aziende farmaceutiche -sono state aiutate oltre 557 mila persone in difficoltà, assistite da 1.663 enti caritativi convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus.

Sono alcuni dei dati presenti nel Bilancio sociale 2016 dell’associazione no profit nata a Milano nel 2000, che in questi 17 anni di attività ha raccolto e donato oltre 9,7 milioni di farmaci, per un valore superiore a 73 milioni di euro. Numeri importanti,ma ancora distanti dal risolvere un’emergenza permanente. «In Italia, sempre più persone rinunciano ad acquistare farmaci per ragioni economiche -ha spiegato il presidente del Banco Farmaceutico, Sergio Daniotti, illustrando i dati a Palazzo Marino, a Milano -. La fragilità lambisce anche il ceto medio, mentre le persone in condizioni di povertà assoluta sono 4,7 milioni». Secondo Daniotti, gli effetti della crisi persistono, ma la generosità degli italiani aumenta: «Moltissimi donatori -ha aggiunto -, privati cittadini e aziende, consentono al Banco di generare del bene per l’intera comunità». Secondo un’indagine Doxa commissionata dal Banco, in Italia quasi una persona su due (il 45%) ha dovuto rinunciare nel 2016 ad acquistare farmaci. Casalinghe e pensionati le categorie più colpite, mentre tra i lavoratori precari la percentuale raggiunge il 41%: la crisi, però, ha fatto sì che anche chi possiede un lavoro stabile sia stato costretto a rinunciare all’acquisto di farmaci. «Negli ultimi anni, è cresciuto a dismisura il numero delle persone che si rivolgono ai nostri ambulatori non solo per farsi curare ma soprattutto per ricevere le medicine -ha raccontato Lucia Ercoli, direttrice dell ‘Istituto di Medicina solidale,che da 15 anni assiste gratuita mente poveri e migranti a Roma -. Purtroppo è aumentato anche il numero di coloro che non possono iscriversi al Sistema sanitario nazionale. Mi preme sottolineare, allora, l’importanza del lavoro svolto dal Banco a favore di tutte quelle associazioni, come la no stra, impegnate contro povertà e disagio sociale». Scorrendo i numeri del rapporto, è emerso come nel 2016 il rapporto tra costi totali e valore dei farmaci erogati sia stato pari al 5,71%, quando nel 2015 era pari al 6,02% e, nel 2014, al 7,32%. Il rapporto, in sostanza, indica un trend in costante miglioramento, con la compressione dei costi che mette in luce la solidità finanziaria e patrimoniale dell’associazione. Lo scorso anno, inoltre, il Banco è intervenuto anche per rispondere ad alcune gravi emergenze sanitarie internazionali. È il caso dei 99.533 farmaci inviati all’ospedale di Misurata, in Libia, in collaborazione con ministero degli Esteri e Aifa, cui ha fatto seguito l’invio di 5.421 medicinali in Venezuela, dove la carenza di farmaci è sempre più drammatica. Nella presentazione milanese, c’è stato spazio anche per la candidatura del capoluogo lombardo a ospitare la sede dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, in fuga dalla Brexit e preda ambita da mezzo continente. «La collaborazione tra terzo settore, enti assistenziali, farmacie e aziende farmaceutiche -ha commentato Daniotti-rappresenta un’esperienza virtuosa, che può costituire un valore aggiunto per la candidatura di Milano ». Gli ha fatto eco l’assessore alle Politiche sociali del Comune, Pierfrancesco Majorino: «La nostra è una città generosa che a ogni campagna di raccolta risponde con grande partecipazione, ecco perché la presenza dell’Ema a Milano favorirebbe un contesto in grado di dare una spinta decisiva al circuito delle donazioni».

Francesco Morrone (Avvenire)

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