Il sogno di trasformare via Savona con orti e ristoranti lungo il binario morto

Milano

Milano 2 Agosto – Orti ferroviari in via Savona. È il sogno di Francesco Tusino, proprietario di una ex casa cantoniera che vuole trasformare in un polo della cucina a chilometro zero. Guarda all’estero, alle esperienze di New York e della Francia, e si chiede perché non replicare il progetto a Milano, che sta lavorando in questi mesi alla riqualificazione degli scali.

«Sono pronto a cedere il mio giardino — dice — per contribuire all’iniziativa». Per capire cosa ha in testa, bisogna prima bussare alla sua porta e dare un’occhiata alla casa e ai dintorni. Al civico 5/A di via Savona, dietro un cancello verde, subito spunta l’orto. Frutta, verdura e vasi di fiori. Alla sinistra, l’ex casa cantoniera, poi diventata posto di riposo per il personale e in seguito acquisita da Tusino, ferroviere a riposo. Lui abita al pian terreno, mentre al piano superiore trovano spazio due camere di un bed and breakfast. Sui muri che delimitano il giardino, un’artista da lui chiamata ha dato sfogo alla creatività. Oltre la recinzione, sterpaglie che crescono in mezzo ai superstiti binari su cui un tempo viaggiavano i treni diretti alla dogana in via Valtellina. Un terreno che si estende fino alla passerella che unisce via Tortona a Porta Genova. Qui dovrebbe prendere corpo il sogno.

«Mi immagino dei vagoni recuperati come sala ristorante — spiega il proprietario —, e nelle cucine i prodotti coltivati nel terreno attorno». Oltre al buon cibo, l’ex ferroviere pensa a come tramandare la tradizione culinaria. «Vorrei che qui si incontrassero nonni e nipoti, magari preparassero insieme i piatti» aggiunge.

Il tutto sotto la direzione di una scuola di agraria, per quanto riguarda la cura degli orti ferroviari, e di un istituto alberghiero, per dare un’impronta educativa all’esperienza. L’idea, rivela, gli è stata suggerita dal cuoco e amico Peppe Zullo. «Ma sono aperto ad altre proposte — specifica —, l’importante è rivalutare l’area ed evitare che inizi un’operazione di speculazione edilizia». Insomma, ci tiene a preservare un polmone verde e condiviso. Per far questo, Tusino ha già in mente l’iter da seguire. Come portavoce dell’associazione Verdeambiente presenterà il progetto al Comune, per chiederne il sostegno. Intanto ha già l’appoggio del consiglio del Municipio 6. L’ultimo passaggio sarà il dialogo con Fs, per verificare la disponibilità a mettere in gioco lo spazio. L’ex ferroviere è pronto anche «a cedere il giardino per annetterlo all’area».

Non è la prima volta che i cancelli della vecchia casa cantoniera si aprono al pubblico. Nel cortile si tengono alcuni eventi dell’associazione di cui fa parte Tusino e durante il semestre di Expo lo spazio è diventato un bar. Sulla stessa scia si inserisce il progetto di riqualificazione dei binari morti, il Fondo corsa dello Scalo di Porta Genova. Proprio qui, ad aprile, sono stati messi in mostra gli studi di cinque team internazionali per dare nuova vita agli scali milanesi. Suggestioni futuristiche come il sogno a cui Tusino non intende rinunciare.

Sara Bettoni (Corriere)

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