Sottoposti a continue angherie, erano costretti in un locale di soli 42 metri quadrati nel Pavese, usato come rimessa e collegato a un impianto di videosorveglianza. Tra le accuse per i due arrestati, maltrattamenti, sequestro di persona, riduzione in schiavitù
Milano 2 Agosto – Vivevano grazie alle pensioni dell’anziana madre e del fratellastro disabile intellettivo. Erano le loro vittime, tenuti segregati in un garage di soli 42 metri quadrati usato come rimessa per gli attrezzi, costretti a subire “un clima di terrore” e sottoposti a continue angherie. Erano spiati dai loro aguzzini – il figlio 54enne della donna e la sua convivente di 38 anni – attraverso un impianto di videosorveglianza. La coppia è finita in manette, arrestata dai carabinieri a Cozzo, nel Pavese. I due devono rispondere di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, riduzione in schiavitù, circonvenzione di incapace e abbandono di persona incapace. L’anziana madre ha 78 anni, il fratellastro dell’uomo arrestato 38.
I militari lunedì pomeriggio hanno fatto irruzione nel garage accanto all’abitazione degli arrestati: hanno trovato lì madre e figlio. Un locale poco illuminato e areato e senza servizi igienici, tanto che l’anziana e suo figlio erano costretti a fare i propri bisogni nei secchi oppure in giardino. Per lavarsi usavano un tubo dell’acqua e non avevano a disposizione altri indumenti oltre a quelli che avevano indosso. Mangiavano solo una volta al giorno, la sera, ed erano terrorizzati, afflitti dalla paura di subire percosse.
A disposizione per dormire, avevano due lettini in plastica da piscina con a fianco coperte e lenzuola, mobiletti e contenitori vari da usare come wc. L’impianto di videosorveglianza collegava il garage e l’abitazione degli arrestati, che attraverso le telecamere monitoravano i movimenti delle loro vittime. I carabinieri hanno sequestrato l’intero stabile, abitazione e garage. L’anziana e figlio sono stati trasportati in ospedale a Vigevano per le prime cure e gli accertamenti dello stato di salute, mentre gli arrestati sono finiti in carcere a Pavia e Vigevano.
La riduzione in schiavitù di madre e figlio è iniziata sin da quando anni fa il nucleo familiare si trasferì a Cozzo, un paese di circa 370 abitanti. E ora i carabinieri stanno svolgendo una serie di accertamenti per capire come la condizione cui erano costretti non sia stata notata e segnalata immediatamente dai vicini. Non è esclusa l’ipotesi di denunciare per favoreggiamento chi sapeva e non ha mai parlato.
(Repubblica)
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