Rogoredo: ragazzini nel bosco dello spaccio per l’eroina low cost

Milano

Milano 3 Agosto – Milano Casablanca, Marrakech e poi Rogoredo. La «cupola» nelle aree delle due città marocchine; e la manovalanza, la piazza, il mercato e i drogati in questa periferia boschiva a sudest, intorno a via Orwell e accanto ai binari dell’Alta velocità dove i macchinisti di Freccia rossa e Italo suonano per avvisare del passaggio dei treni, nella speranza di non travolgere e uccidere nessuno. Gli spacciatori marocchini di eroina, sembra trenta in tutto, organizzati militarmente (sentinelle e capi sentinelle, «guide» per accompagnare i clienti fra i cespugli, custodi e venditori della «roba»), attraversano di corsa e in fuga la massicciata quando arrivano poliziotti e carabinieri. Che ormai qui, nella recente concezione milanese che ogni problema prima sociale e dopo criminale è sempre solo una questione di ordine pubblico, sono ospiti fissi fra incursioni e inseguimenti; ma che tanto, come ripetè a un maresciallo una donna, cinquant’anni d’età e trenta di buchi in vena, lasciano il tempo che trovano.

Sparire di notte

Disse la donna: «Voi che ne sapete… Nelle scuole devo andarci io, se vogliamo che i ragazzini capiscano come ti concia l’eroina». Nelle chat whatsapp degli investigatori c’è una foto della sua gamba destra: un buco enorme percorre l’intera caviglia, scarnificata alla ricerca, sempre più a fondo, d’un punto buono per la siringa. S’inizia a morire nel bosco di Rogoredo, a volte chiamato anche boschetto casomai il diminutivo aiuti a pensare a un luogo certamente dannato ma comunque circoscritto, dunque provvisorio, e si muore infine d’overdose a pochi chilometri. Per esempio negli alberghetti delle zone vicine, dove alloggiano i pendolari-turisti dell’eroina: sabato sera una coppia di fidanzati, 19 anni lui e 18 lei, era arrivata da Aosta, in treno. La ragazza era entrata nel bosco ed era sparita. Non tornava. Le guardie avevano impedito al fidanzato di avviare le ricerche. Dopo un lungo esitare, indeciso se salvarsi e scappare oppure rischiare guai e chiamare le forze dell’ordine, aveva optato per la seconda scelta.

Corpi per le dosi

All’alba di domenica, l’intero turno dei carabinieri per oltre un’ora aveva perlustrato con foga e metodo il bosco. La 18enne se ne stava in un angolo al buio. Viva. Strafatta. Non c’erano tracce di violenza sessuale. Ma come spesso accade, non significa nulla: l’eroinomane deve per forza avere la droga, se ha i soldi bene, se non li ha cerca d’andare a prestito sempre che sia un cliente di fiducia, altrimenti ruba, o ancora si vende. Mai nessuno l’ha verbalizzato — è difficile trasformare in resoconto la testimonianza confusa e disperata d’un eroinomane —, ma i favori sessuali sono una scena quotidiana. Senza differenza d’età. In coincidenza dell’ingresso della stazione di Rogoredo, dai bus scendono coppie di ragazzini; quando c’era la scuola, comparivano nel pomeriggio con gli zaini.

Quei pestaggi nascosti

Dicono gli esperti di traffici di droga che, fra i principali fornitori di eroina, i marocchini hanno gli albanesi, i quali si servono, come punto intermedio per i movimenti, dei campi rom. Dicono anche, gli esperti, che la malavita albanese ha alzato il volume degli affari, pur consapevole che deve chiedere prima il «permesso» alle storiche famiglie criminali italiane. Altri sbirri, aderenti alla realtà, forse troppo disincantati o forse proprio per questo, dicono che per certi versi è meglio così: siccome è impensabile azzerare il consumo di eroina, almeno c’è questa specie di «area del buco» conosciuta in mezza Italia e tutto sommato lontana dalle case e dalle proteste dei residenti, con regolamenti di conti e agonie che avvengono dentro il bosco. Messa così, è una lettura di resa. Il Comune ha investito l’associazione «Italia nostra» della missione di recuperare l’area, e intanto le operazioni si sono moltiplicate: denunce, arresti, espulsioni. Ma anche al bosco gli «operai», ovviamente in maggioranza clandestini, non hanno forza corporativa, per la manovalanza il ricambio è garantito, nei guai uno ce n’è subito un altro. E in ogni modo, con questi prezzi, il destino pare segnato: due punti di eroina (in gergo 0,2 grammi) vengono appena cinque euro. È la droga low-cost. Basta stare attenti ai sibili di Freccia rossa e Italo, e non finire sotto.

Andrea Galli (Corriere)

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