A decine stazionano nei giardinetti: chi ha portato materassi, chi chiede l’elemosina. «Sono quelli sfrattati da Duca D’Aosta»
Milano 4 Agosto – Lambrate come la Centrale? Qualcosa si muove. O meglio, qualcuno bivacca. Anche qui. Un altro scalo ferroviario finito nel mirino di decine di immigrati africani, che da qualche giorno si radunano nei giardinetti di piazza Bottini,appena di fronte all’ingresso principale della stazione, e in prossimità del tunnel che porta ai binari della ferrovia. Certo, i numeri dei profughi non sono paragonabili, ma la paura ricorrente tra i residenti è che «dopo i blitz in Centrale il problema rischia di spostarsi qui».
C’è chi riposa sdraiato sui muretti della piazza, chi parlotta, chi mangia qualcosa. Scene fotocopia di quelle di piazza Duca d’Aosta, con l’aggiunta di alcuni materassi sistemati nel prato. Che hanno fatto scattare il campanello d’allarme tra chi vive nel quartiere, soprattutto dopo il ritrovamento di alcuni nordafricani senza documenti all’interno delle fabbriche dismesse di via Arrighi, ai civici 16 e 18.«Il nostro timore è quello che ci sia un racket delle occupazioni abusive. Ed è normale che dopo i controlli in Centrale i profughi si spostino altrove perché non vengono allontanati dalla città. In via delle Rimembranze di Lambrate arrivano a gruppetti per agganciarsi al wi-fi pubblico…», spiega Roberta Borsa, residente che fa da megafono alle problematiche della zona attraverso la pagina facebook “Lambrate Informa”.Il quartiere, intanto, è sul piede di guerra. «Cosa ci fanno queste persone con dei materassi in una piazza pubblica? Perché non sono sotto controllo nei centri d’accoglienza?», si sfoga una signora. «Povera Lambrate, come ti hanno ridotto…»’ dice amareggiato un residente. Ma c’è anche gente che inizia ad aver paura a passare dalla piazza della stazione. «C’è poco da star tranquilli . A una certa ora, poi, comincia lo spaccio di droga. Speriamo che le forze dell’ordine intervengano prima che succeda qualcosa di brutto», spiega una ragazza.
Coi bivacchi, però, ultimamente devono farci i conti anche i pendolari. Infatti, appena usciti dall’imbocco della metropolitana che conduce alla stazione, ieri pomeriggio si contavano un a decina di ragazzotti africani. Fermi, in attesa di chissà cosa, attorno al banchetto del venditore abusivo asiatico che espone cinture e occhiali. Un gruppetto, poi, sostava vicino ai gradini delle scale che portano ai binari. Tutti molto giovani, cappellini in testa e cuffie alle orecchie. «La situazione sta peggiorando di giorno in giorno. Per questo sono necessari più controlli, magari con un presidio fisso della Polizia, come ai tempi della giunta Moratti. Ben venga anche l’esercito, purché sidia sicurezza ai cittadini », commenta Gianluca Boari, consigliere della Lega Nord del Municipio 3. Ma nella zona della stazione i problemi per i residenti non finiscono qui. Infatti, a dividersi i giardinetti di piazza Bottini coi profughi, a ridosso della postazione Atm, ormai da anni ci sono gruppi di punkabbestia, con tanto di cani senza museruola e spesso senza guinzaglio. Senza dimenticare il «racket del cappellino», come lo chiamano i residenti per indicare i mendicanti che chiedono l’elemosina a ogni angolo. Mentre la vicina piazza Gobetti è costellata da minimarket che vendono alcolici anche al di fuori degli orari consentiti, calamite per chi cerca alcol a fiumi e a basso costo. Tanto che nei giorni scorsi il consiglio di Zona (centrosinistra) ha chiesto al Comune un’ordinanza per imporre la chiusura entro mezzanotte ai negozi aperti tutta la notte.«L’ha capito persino la sinistra che così non si può più andare avanti. Ora aspettiamo interventi in stazione, considerato che in questi mesi estivi il problema dei bivacchi rischia di peggiorare», chiude Boari.
Massimo Sanvito (Libero)
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