Dalla Darsena a Wagner: boom di fedeli accompagnati da Fido. I sacerdoti: nulla di male se non disturbano.
Che fossero animali “fedeli” lo sapevamo un po’ tutti. Ma adesso, a Milano, i cani vanno pure a messa. Rigorosamente accompagnati dal proprio padrone, e col monito che la funzione non va interrotta nemmeno con un guaito. Dalla parrocchia di piazza Wagner alla chiesetta di Santa Maria Segreta in via Bazzoni, però, è un via vai continuo a quattro zampe. C’è la signora tutta imbellettata che sta facendo una passeggiata con il proprio cucciolo e entra per accendere un cero al Signore, c’è il ragazzino che frequenta l’oratorio e non riesce a staccarsi dal suo piccolo amico peloso nemmeno un secondo, c’è l’invitato al matrimonio che nel giorno di festa non se la sente di lasciare a casa Fido. «Mi capita spesso di vedere entrare qualche parrocchiano con al guinzaglio un piccolo animale», racconta don Paolo, il prete della basilica di Santa Maria alla Porta, dietro piazza Affari.
Cioè in pieno centro , dove tra l’altro questo trend è in crescita. «Non mi sono mai fatto problemi e non ho intenzione di farli: se non disturbano e non creano problemi a chi è immerso nella preghiera non c’è nulla di male nel predicare davanti a queste creature». San Francesco non avrebbe fatto distinzioni. In fondo la possibilità di far entrare cani di tutte le razze oltre le sacre porte delle canoniche milanesi l’aveva messo nero su bianco anche il Comune quando,tre anni fa, aveva varato il nuovo regolamento per la tutela degli animali. Tra i luoghi di pubblico accesso aperti ai migliori amici dell’uomo, infatti, su quel documento targato Palazzo Marino figuravano persino i cagnolini “di piccola taglia e non aggressivi”.«In un grande paese civile come l’Italia dovrebbe essere possibile andare dovunque con il proprio amico a quattro zampe», ricorda l’azzurra Michela Brambilla che ha da poco fondato il Movimento Animalista raccogliendo l’entusiasmo anche di Silvio Berlusconi: «Che io sappia non vi sono norme, neanche ecclesiastiche, che vietino l’ingresso in chiesa con animali domestici.
Bene fanno i sacerdoti che non ne impediscono l’ingresso in linea di principio». E infatti succede proprio questo. I visitatori in cerca di conforto dal Padreterno che entrano nelle chiese cittadine con al guinzaglio un cucciolo non lo fanno per necessità. Non si tratta, per esempio, di ipovedenti che senza guida non potrebbero uscire dal loro appartamento. Sono al contrario milanesi comuni, semplicemente amanti degli animali. Il parroco di turno, quindi, chiude un occhio. O forse lo strizza. Vai a sapere. «Dipende in massima parte dal padrone», specifica don Paolo,«tutto sta in piedi se c’è buon senso e rispetto reciproco». La Curia meneghina, tra l’altro, nel 2014 non aveva escluso l’ipotesi ribadendo di avere «fiducia nell’educazione di chi entra in parrocchia». Detto fatto: «Di solito si tratta di cagnolini innocui, che stanno in fondo alle navate e non intralciano minimamente le cerimonie spirituali in corso», commenta don Marco, il vicario parrocchiale della chiesa di San Vincenzo in Prato, in via Daniele Crespi, proprio a ridosso della Darsena. E insomma niente, tra un amen e un miserere ora c’è posto anche per i piccoli cagnolini. «Questa “moda” recente non mi sorprende affatto», chiosa il consigliere comunale di Forza Italia, Gianluca Comazzi: «Tutto sommato è nella tradizione milanese: alla Fondazione Inganni sono presenti diversi dipinti storici che ritraggono la gente che si reca a messa in Duomo, e alcuni di loro sono in compagnia di qualche cagnolino ». Come a dire: sarà pure un fenomeno recente, ma anche nei secoli passati la Madonnina non lesinava sulle benedizioni a quattro zampe.
CLAUDIA OSMETTI (Libero)
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