Milano 9 Agosto – Ettore Uggeri ha 96 anni, e tutti i giorni viene qui, al campo di bocce di via Morgagni a Milano, alle spalle di corso Buenos Aires. D’altronde è stato uno dei fondatori di questo luogo di aggregazione, svago e divertimento.
Fino a una ventina di anni fa questo era solo un giardinetto, con qualche panchina e poche aiuole.
Ettore, oramai in pensione, decise insieme con alcuni amici di rivoluzionare questo luogo e, passo dopo passo, farlo diventare ciò che è adesso. All’inizio sono stati fatti i due campi di bocce, poi si è aggiunto anche lo spazio per giocare a carte; solo recentemente il Comune di Milano ha installato alcuni tavoli e sedie di marmo e anche un servizio igienico.
Ettore si definisce «vero milanese», e non potrebbe essere altrimenti visto che è nato a Porta Ticinese. Nella vita ha lavorato nel ramo degli impianti elettrici, girando il mondo. Ricorda ancora con commozione non solo la moglie mancata qualche anno fa, ma anche il fratello, ucciso in guerra da una mina, nell’Africa settentrionale.
Si è sempre interessato di politica, impegnandosi in prima persona perché trionfasse sempre l’uguaglianza, la pace e la serena convivenza: è giustamente orgoglioso della medaglia al valore ricevuta per aver partecipato e contribuito alla Liberazione Nazionale nel 1945.
Oggi però la cosa che lo rende maggiormente orgoglioso è questa associazione: la consapevolezza di aver contribuito a creare un luogo dove i valori di una vita si sono concretizzati in questa bocciofila; una cosa forse piccola nelle dimensioni ma che riveste una grande importanza per le tantissime persone, soprattutto anziani, che la frequentano.
Chiunque arrivi è il benvenuto, e chiunque, pagando solo 12 euro di iscrizione annuale, può usufruire non soltanto di uno spazio perfettamente organizzato per giocare a bocce o a carte, ma soprattutto può trovare compagnia, amici e solidarietà.
Anche nei giorni vuoti e caldi di agosto Ettore e tutti gli altri associati (uomini ma anche tantissime «ragazze») della «Amici delle Bocce di via Morgagni» vi aspettano in questo piccolo paradiso metropolitano, il cui simbolo è, non a caso, due mani che si stringono.
Settimio Benedusi (Corriere)
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