Rampini ha parlato. Ieri, su Repubblica, ha deciso che Trump avrà la colpa della prossima crisi finanziaria. E per motivare questa su crisi di identità che l’ha portato a farsi chiamare Cassandra anche dalla servitù (non sei democratico se non hai crisi di identità ed una buona servitù). Con scarsi risultati, in meno di 24 ore in un periodo fiacco come Agosto il pamphlet del nostro. Non lo smonterò pezzo su pezzo, perché la chiave di questa follia si basa su poche frasi:
Donald Trump non sarebbe alla Casa Bianca, se quella maxi-recessione non avesse generato disastri economici, sofferenza sociale, un profondo senso di ingiustizia mescolato a risentimento, che il populismo di destra ha cavalcato con efficacia.
L’antefatto? La crescita americana era già segnata dalle diseguaglianze sociali (una patologia in peggioramento costante da 30 anni); classe operaia e ceto medio faticavano a mantenere il tenore di vita. Il sistema bancario “curò” quegli squilibri a modo suo: speculandoci sopra. Wall Street facilitò l’accesso alla casa in modo scriteriato. Mutui ad alto rischio venivano concessi a debitori in situazioni precarie, che al primo shock congiunturale sarebbero diventati insolventi.
E boom. No, seriamente, e boom. Bisogna avere una vena di disonestà intellettuale per costruire così la crisi dei mutui subprime. Che, per la cronaca, è stata innescata dai mutui a buon mercato di Fanni Mae e Freddy Mac, due banche PUBBLICHE: che agivano su ordine di Clinton e con la complicità di Bush. Il flusso di denaro, garantito da una Fed distratta e presa da una frenesia di stampa irrefrenabile. Quindi, se Wall Street speculava, lo faceva perché i soldi sembravano non finire mai. Non perché fossero una manica di ossessivi compulsivi avidi. Poi una piccola crisi ha innescato un’ondata di insolvenza che ha creato il disastro che tutti conosciamo.
Ecco, in vista c’è un altro disastro, è vero. Ma è colpa di Obama. Che per uscire dalla crisi ha continuato a stampare denaro, in una quantità che mai si era vista prima. Che oggi rende instabile l’intera economia globale. E di certo, a mio avviso, partirà dai titoli tecnologici, gonfiati oltre ogni umana possibilità. La mia stima personale oscilla tra Tesla e Amazon, con forte preferenza per quest’ultimo. Vedremo. Ma la colpa avrà sicuramente due nomi: Quantitative Easing (anche detto “stampa che ti passa”) e Mister Obama (detto anche il falsario). Trump sta cercando solo di rendere questo boom più dannoso per noi e meno per loro. La deregulation aumenterà le vendite all’estero dei titoli e diminuirà la loro permanenza su suolo Usa, esattamente come l’ultima volta. Ma se queste vendite saranno possibili è solo grazie ai QE Europei e Americani. Ricordatelo a Rampini, sempre che il trucco da Cassandra che si sta mettendo non assorba tutta la sua attenzione.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,