Gaio Giulio Cesare Germanico, meglio conosciuto come Caligola, divenne imperatore giovanissimo nel 37 d.C. e godeva dell’appoggio di tutti: Senato, esercito e popolo. Ristabilitosi dopo un periodo di malattia, Caligola sembrò essersi trasformato nel carattere. Iniziò a compiere azioni folli e sanguinarie. Filone di Alessandria scrisse: “…Non passò molto tempo e l’uomo che era stato considerato benefattore e salvatore … si trasformò in essere selvaggio o piuttosto mise a nudo il carattere bestiale che aveva nascosto sotto una finta maschera”. Per Filone il dio Giove si servì di Caligola per compiere una sorta di vendetta divina contro i romani, trasformandolo dopo la malattia da ottimo imperatore a pazzo carnefice.Un altro antico scrittore, Svetonio, fa invece risalire la pazzia di Caligola a un afrodisiaco offertogli dalla moglie Milonia Cesonia.
Comunque si siano svolti i fatti, Caligola finì per essere ricordato dalla storia come un despota stravagante, depravato e sanguinario. Gli sarebbe piaciuto essere proclamato dio. In attesa di divenire egli stesso una divinità, Svetonio riferisce che con il supremo Giove manteneva un rapporto confidenziale, quasi di fratellanza e complicità: “Di giorno … parlava in segreto con Giove Capitolino, ora sussurrando e porgendo a sua volta l’orecchio. Ora a alta voce e senza risparmiargli rimproveri”. Rimproverare un Dio ….! Solo un folle come Caligola poteva farlo.
Sia a causa dei massacri nei confronti dei suoi oppositori, sia a causa della sua follia, Caligola perse l’appoggio di tutti coloro che inizialmente lo avevano sostenuto, Senato compreso, e a sua volta si vendicò umiliando il Senato in ogni modo. La storia racconta che il folle imperatore decise di nominare senatore il suo cavallo, Incitatus, per dimostrare che anche un cavallo avrebbe potuto far meglio dei senatori romani. Probabilmente l’animale non divenne mai senatore, ma anche la sola intenzione di farlo dimostrava il disprezzo dell’imperatore per le istituzioni romane e per l’intera nobiltà. Non si sa se Caligola fosse realmente divenuto folle come le antiche fonti lo descrivono, ma non vi sono dubbi sul fatto che la storia del cavallo sia stata ingigantita nel corso dei secoli.
Incitatus era uno stallone da corsa con le bighe. Sembra che non abbia mai perso una gara. Non si sa se il merito fu della sua bravura oppure della pazzia del suo padrone, ma molti furono i privilegi di cui godette il cavallo. Dopo il suo matrimonio, Caligola pensò che Incitatus si sentisse rifiutato e, per rimediare, costruì per lui un palazzo accanto alla residenza imperiale. Qui indossava un mantello regale ed era accerchiato da schiavi personali. Disponeva anche di una mangiatoia d’avorio, per quando il suo padrone non lo voleva direttamente a tavola con lui!
Tutti questi riguardi nei confronti del suo cavallo contribuirono ad inimicarsi il popolo e le istituzioni romane, ma fu il comportamento dispotico di Caligola la causa delle numerose congiure che furono tutte sventate; tranne l’ultima: fu assassinato in una congiura di pretoriani guidati da due tribuni nel 41 d.c.: l’imperatore aveva appena 28 anni. Insieme a lui persero la vita la moglie e la figlia. E’ certo che dopo Caligola, nessuno si sia preso cura di Incitatus alla stessa maniera.
Michela Pugliese
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