Milano 17 Agosto – Per anni l’internazionalizzazione è stata vista come una semplice delocalizzazione delle proprie risorse e dei propri investimenti, il che ha spesso avuto più connotati negativi che positivi. Ma ci ha pensato prima la crisi economica e poi l’intelligenza di alcuni imprenditori a sfatare questo mito: oggi l’internazionalizzazione non rappresenta una semplice opportunità di mercato, ma un vero e proprio obbligo per le imprese che vorrebbero evitare di piegarsi alla contrazione dell’economia locale, mirando anche all’estero per allargare business e ovviamente introiti. Di conseguenza, oggi l’internazionalizzazione rappresenta un passo decisivo per le aziende del nostro Paese, che va mosso quanto prima per chi ha ancora dei dubbi in proposito.
Internazionalizzazione: una grande opportunità di sviluppo
L’internazionalizzazione, come già ricordato, è uno step oggi fondamentale per le piccole e le medie imprese che non possono contare su fatturati e su business stellari. Il motivo è dovuto al fatto che il mercato locale (quello italiano) oggi appare colmo di competitor, di servizi e di prodotti che si somigliano e che dunque entrano in forte concorrenza fra loro: mancando una diversificazione del mercato, i guadagni crollano ed il mercato si contrae. Da qui la necessità di guardare oltre confine, aggredendo i mercati esteri coerenti con il proprio core business, per espandere le vendite e anche per poter progettare nuove soluzioni che possano poi essere orientate esclusivamente per uno specifico mercato, non necessariamente italiano. Ma internazionalizzare un’azienda non è ovviamente una passeggiata, e richiede di seguire diversi passaggi chiave.
Pianificare l’internazionalizzazione: i passaggi importanti
Prima di lanciarsi nel mercato delle esportazioni, bisogna necessariamente pianificare il dove, il come ed il quando: il che significa studiare il mercato, le abitudini dei consumatori, e organizzare anche dei viaggi sul territorio per poter avere concretamente il polso della situazione. Successivamente, bisogna guardarsi dentro, prima di guardare fuori: l’azienda deve essere pronta per internazionalizzarsi, avere un budget in grado di coprire questo investimento, ed un capitale umano in grado di captare ogni segnale relativo all’analisi dei mercati, da tradurre poi in strategie di marketing funzionali. Ma non esiste internazionalizzazione senza cooperazione: dato che spesso conviene per motivi economici cooperare con partner esteri risiedenti sul territorio, bisogna anche sapere come intercettarli e successivamente conoscerli nel profondo per valutarne l’affidabilità. Un’operazione che può essere abbastanza laboriosa a causa della burocrazia, ma che oggi è possibile effettuare online su portali come Icribis, dove è possibile richiedere e visualizzare i report sulle aziende estere.
Internazionalizzazione: altri consigli utili
I viaggi sul territorio sono molto importanti per avere un riscontro reale su un certo mercato, ma c’è un altro aspetto che non può mai mancare: lo studio delle leggi e delle usanze di un paese. Questo perché, non volendo, un certo prodotto o una certa campagna promozionale potrebbe offendere seriamente la cittadinanza di quel paese, e causare misunderstanding imbarazzanti, difficili da gestire e ovviamente letali per l’immagine di un brand. Poi bisogna ovviamente valutare le criticità legate ai trasporti, che possono portare costi e fattori di rischio molto elevati, e infine considerare l’opportunità di rivolgersi a servizi specifici che prendono per mano l’azienda, accompagnandola lungo la strada dell’internazionalizzazione.
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