Milano 19 Agosto – Riccardo racconta: “Prima della seconda guerra mondiale, qui, alla Bicocca, intorno al caseggiato di via Ponale 66, c’erano molti orti che gli abitanti della zona coltivavano per avere frutta e verdura ogni giorno, quando i soldi non bastavano mai.
Qualcuno allevava conigli e galline e risolveva così il problema del cibo quotidiano. Gli orti rappresentavano, allora, le sedi naturali per fare due chiacchiere, riposarsi dopo il lavoro, scambiare opinioni e speranze. I bambini giocavano in libertà, le risate attraversavano il tempo come un vento di allegria. E, nelle serate estive, sbocciavano gli amori come sbocciano i fiori. Con il colore dei sogni, a vent’anni.
L’alter dì a sunt pasà davanti a quand seri un giovinet, me sunt fermà, E per un mument a mè parù de turnà indrè nel temp. Ho vist l’ort del me papà…
E ho rivisto l’olmo, là, al limitare dell’orto. Un olmo grande, gigantesco per me, bambino: il mio Paradiso. Appesa ad un ramo, una corda era il volo della mia fantasia.
E sfioravo il cielo su quell’altalena. E la libertà era il vento. E il sogno il profumo dell’aria. E il dondolio la culla dei miei desideri più segreti. Un olmo fiorito, a primavera, era Van Gogh e Matisse e Cezanne e l’intero mondo di colori che volevo amare.
Mai ho sentito vibrare la libertà in eguale misura. Mai ho sentito una polifonia di emozioni così esaltanti.
Sarà sta una vision, o forse la pasiun, ma in chel mument, dai occ, vegniven giò i gutun”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano