Non è tanto la spesa, assurda. Non è tanto l’insistere sugli errori e sui fallimenti di Pisapia, che sarebbe grave già di per sé. No, la cosa insopportabile è la visione di insieme. Nel bando da 1,8 milioni per la gestione dei centri per l’emergenza sociale del Comune c’è, tra le altre cose, il compito di facilitare l’integrazione di Italiani e Rom. Come se gli Italiani dovessero imparare a convivere con la legalità sospesa dei campi. Come se farlo fosse doveroso. Come se una cosa del genere fosse degna di essere remunerata. Ma, dicevo, il problema non è il fatto in sé. È il capovolgimento della realtà che ci sta dietro. Quando, nel medesimo bando, si dice che ci deve essere un segretariato sociale di supporto in caso di sgombero, cosa si può pensare? Quando arrestano un imprenditore per evasione qualcuno lo supporta? Quando qualcuno si difende, armi in pugno, da qualcuno di quelli con cui ci dovremmo integrare, c’è, per caso, qualche segretariato sociale coinvolto? No, così per sapere. A naso direi di no. A naso direi che, quand’anche loro decidessero di stringersi un cappio al collo, la cosa non turberebbe il sonno dei pianificatori rossi. Ma è un problema di mentalità si diceva.
La sinistra vive in un mondo al contrario. Dove la verità fatica a trovare spazio. E quando lo fa viene umiliata. Ieri in Finlandia un uomo, urlando Allahu Akbar uccide due persone. Repubblica titola “2 vittime di un cittadino straniero”. Perché parlare di terrorismo Islamico è proibito. La sinistra parla di sciacallaggio quando si postano i bambini morti nella strage Spagnola (cosa ributtante se mai ve ne fu), ma invoca il giornalismo quando si pubblicarono le foto della morte del bambino Siriano e profugo, annegato nella trasbordata Turca (altra cosa abominevole). Nel mondo alla rovescia, sono i Rom che vanno integrati. E tutto questo, badate bene, ha una sua perversa logica. Visto che i Rom oppongono una fiera resistenza a diventare quello che i compagni vorrebbero, mentre gli Italiani, dopotutto, alla fine si adeguano, proviamo ad invertire i parametri. Smettiamo di dire ai fratelli itineranti (stanziali da diverse generazioni) di smetterla di degradare la città e cominciamo a dire ai Milanesi che il degrado non esiste. E che, quand’anche esistesse, la colpa sarebbe comunque loro. Magari funziona. Magari alla prossima montagna di rifiuti, qualcuno si sentirà in colpa e pulirà. Magari.
Oppure, se proprio non funzionasse, avremmo sempre fatto girare un po’ di soldi, fatto un po’ di propaganda e mostrato che vogliamo fare qualcosa per il sociale. Peccato che l’assessorato competente non sia quello di Maran. Altrimenti avrei potuto dirvi in anteprima e con molto anticipo chi avrebbe vinto. Quando ti serve l’Harry Potter di Palazzo Marino non lo trovi mai.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,