Daniela Maddalena a Brescia per libri di lingua immaginifica e delicata scrittura.
Brescia. Magie della estemporanea Libreria del Gatto Nero, in cui il felino più amato dall’uomo campeggia imperioso e reclama anche spazi ( apparentemente non suoi. Succede, infatti, che la scrittrice messinese Daniela Maddalena stia presentando in una delle scorse sere, con dovizia di riferimenti gustosi, le avventure immaginarie di Erasmo, un ragazzino che, «guidato da una lucida, visionaria follia» (come avrebbe dello il suo omonimo da Rotterdam), attraversa con curiosa incoscienza gli elementi della cosmogonia classica -acqua. aria, terra e fuoco-per giungere infine alla quintessenza; ma poi capita che un riferimento dell’autrice ad un altro suo recente libro, la religione gattolica», stimoli uno spettatore ad uscire dal tema e porti l’incontro ad allargare i propri orizzonti, ben oltre i confini di una storia sola. 
Vicende che si mescolano. Le vicende allora, come in un film che ha smarrito il filo della trama, si mescolano; si incrociano le storie di bambini, papà che non ci sono e zie che ci sono troppo, bizzarri registi, quelle di gatti sornioni che dispensano saggezza millenaria. A sovrapporle, almeno per un po’, è la lettura limpida e fortemente espressiva della stessa Maddalena (ben coadiuvata e stimolata da Kika Negroni), che in aderenza alla sua professione di compositrice, musicologa e «addestratrice di udito.. cerca nelle parole prima la potenza evocativa del suono che quella del significato. Caos riportato ad unità. Alla fine, il creativo caos è riportato ad unità dalla musicista, e restano allora da fare con piacere due segnalazioni: una bella serie per ragazzi che molto deve alla lingua immaginifica sperimentata da Fosco Maraini ne «La gnòsi delle fanfole» (Le avventure di Erasmo, pubblicate da Marcos y Marcos): e un piccolo saggio di delicata scrittura . «La religione gattolica» appunto (edito da Sperling & Kupfer), che vuoi far divertire coloro che sono devotamente innamorati dei gatti , incuriosire coloro che non sono stati catturati del tutto dal loro fascino «pelosetto» e provare a convertire i distanti, offrendo circostanziati esempi di felina felicità. E. DAN. GIORNALE DI BRESCIA
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