La rivolta dei residenti di via Civitali: «Cacciata un’inquilina abusiva»

Milano

Milano 2 Settembre – Gli abitanti erano già nel cortile, urlavano, protestavano, avevano fatto una sorta di «cordone». Erano più di una trentina, nel giardino al civico 30 di via Civitali, San Siro: una sorta di rivolta estemporanea; già iniziata quando sono arrivati i carabinieri e gli ispettori dell’Aler, che se la sono trovata davanti intorno alle 20 di mercoledì. I militari hanno ascoltato i racconti dei testimoni; gli addetti dell’azienda dell’edilizia popolare, alla fine della serata, hanno dovuto soltanto «sigillare» l’appartamento. Perché di fatto lo «sgombero» l’avevano già fatto loro, gli abitanti: «cacciando» una ragazza romena (23 anni, un figlio, incinta) che aveva occupato una casa.

È un gruppo di palazzine che ha una storia, quello di via Civitali 30, e che allo stesso tempo racconta una latente tensione sociale nelle periferie. Gli stabili sono quattro: due (A e B) già ristrutturati, con tutte le case assegnate dopo i lavori a inquilini regolari, quelli che attendevano una casa popolare. Gli altri invece (C e D) sono ancora in condizioni disastrose, anche se i fondi per le ristrutturazioni ci sono e l’appalto è già stato assegnato a un’azienda.

Una di quelle palazzine però è praticamente tutta occupata, 30 appartamenti quasi tutti in mano agli abusivi che, insieme ai gruppi antagonisti molto forti nella zona, ne hanno fatto una sorta di bastione di resistenza. Le bandiere rosse con lo slogan «stop sfratti e sgomberi» penzolano da alcune finestre. Lo sgombero è stato più volte programmato, ma sempre rimandato: in particolare nel febbraio del 2016, quando ci fu una fuga di notizie e gli abusivi all’alba avevano già organizzato la protesta contro le forze dell’ordine.

Quella differenza di condizioni edilizie rappresenta oggi anche una sorta di divisione tra abitanti, con quelli delle palazzine ristrutturate che cercano di organizzarsi per evitare che le occupazioni abusive riprendano anche nei loro due caseggiati.

Quella ragazza romena la conoscevano di vista: è probabile che sia una delle persone sfruttate da chi organizza le occupazioni per entrare nelle case, evitare lo sgombero e poi «cedere» la casa a qualcun altro. È proprio questo passaggio che gli abitanti hanno voluto impedire. La ragazza è stata alla fine denunciata dai carabinieri del Nucleo radiomobile.

Gianni Santucci (Corriere)

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