Milano 2 Settembre – Venti miliardi alle banche in dissesto. Cinque miliardi per combattere vecchie e nuove indigenze create dalla crisi economica. Questi sono i numeri per le priorità del governo e quali invece situazioni di rincalzo. Con un elemento aggiuntivo: più della metà dei soldi stanziati per le banche (13 miliardi) sono già stati spesi. Per i poveri si vedrà, forse, l’anno prossimo visto che tutta la manovra sembra avere un evidente sapore elettorale. Il solito bidone all’italiana. Alle banche gestite da manigoldi con criteri delinquenziali, o quasi, il governo e il parlamento hanno regalato fior di miliardi, evitando con cura di denunciare pubblicamente i responsabili dei fallimenti, mentre ai miserabili riservano qualche spicciolo, la cui distribuzione sarà soggetta alle consuete regole burocratiche, e avverrà all’insegna del pressappochismo. Con i criteri di selezione di cui si parla i veri bisognosi corrono il rischio di essere penalizzati a favore dei finti indigenti, quelli che ufficialmente sono in bolletta ma in realtà evadono il fisco. Pertanto si parte col piede sbagliato e si sommeranno ingiustizie a ingiustizie. Seconda ragione. Da anni ogni partito predica la necessità di ridurre le tasse. Ottima idea, però mai realizzata per mancanza di fondi. Infatti le imposte crescono e il debito pure, cosicché si crea l’esigenza di inasprire i tributi. Altro che abbassarli. Dove si andranno a prendere i denari per i diseredati? Non si capisce. È vero che si possono fare le nozze coi fichi secchi, ma stavolta non si vedono nemmeno i fichi. La sensazione è che il governo approvi certi provvedimenti non perché finalizzati alla giustizia sociale, bensì a fini elettorali. Un po’ di quattrini seminati in giro sperando di raccogliere i frutti nelle urne. La lotta alla povertà non si vince con i regali. Occorre dare impulso all’economia consentendo agli imprenditori di creare lavoro. Hanno bisogno di aiuti, non di essere continuamente scoraggiati e avviliti. La lezione a Palazzo Chigi dovrebbero averla capita. Renzi ha regalato bonus a destra e a manca (dagli 80 euro al bonus per i neo-maggiorenni). Pensava di essersi comprato il consenso degli elettori. Invece ha finito per diventare l’uomo politico più odiato dagli italiani.
Ernesto Preatoni blog
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