In ritardo le assunzioni delle educatrici protestano i genitori. Il centrodestra: servizio flop.
Milano 7 Settembre – Come denunciato dal nostro giornale, il Comune di Milano si è ritrovato a dover assumere in extremis diversi maestri di asilo nido e scuole dell’infanzia e, al primo giorno di scuola, sono tanti i genitori a protestare per l’assenza di uno o più docenti. A titolo esemplificativo ecco lo sfogo di un papà, che parla addirittura di«scene da terzo mondo al nido di via Colletta 72». «Alle 9», scrive, «entrano i bambini di due classi (arancione dei mediani e blu dei grandi). Solo due maestre presenti, una è stata assegnata alla sezione arancione e l’altra alla rossa dove -a differenza della blu -i piccoli avrebbero iniziato l’inserimento alle 10. Attorno a loro circa 30 bambini disperati, alcuni aggrappati alla porta, gridando in cerca della mamma. Altri abbandonati a loro stessi, ovvio: per una maestra sola è fisicamente impossibile stare dietro a 15 bambini. A un certo punto è accorsa in aiuto una delle due bidelle, mentre l’altra era all’ingresso. Noi genitori eravamo sconcertati per quanto stava accadendo. Ieri alcuni di noi hanno chiamato in Comune chiedendo informazioni, e ci è stato risposto che il servizio sarebbe stato garantito. Ma questo -conclude -non è un servizio pubblico. Io e mia moglie ci siamo rifiutati di lasciare Il nostra figlia: non ci sono le condizioni perché venga seguita. È una follia».
Pensare che, annunciando il piano di assunzioni un anno fa, il sindaco Sala affermò che «i servizi che il Comune oltre ai bambini sono un’assoluta priorità di quest’amministrazione».
Ad ogni modo, nonostante l’allarmato resoconto (uno dei tanti spediti alla casella mail del nostro giornale) del sopracitato genitore, da Palazzo Marino specificano che ad oggi sono solo 29 le assunzioni a tempo indeterminato ancora da effettuare e che già da ora è garantita una piena copertura per i 28mila bambini circa che ogni anno frequentano le 175 scuole dell’infanzia (872 sezioni) e i 504 nidi (5732 posti) a gestione comunale. Restano da effettuare le assunzioni dei lavoratori a tempo determinato (per le sostituzioni), che saranno attivate subito dopo l’esaurimento delle prime.
A stigmatizzare l’organizzazione del Comune è anche il consigliere Matteo Forte (Milano Popolare) che parla di «caos totale». «Palazzo Marino non è più in grado di gestire un servizio. Se ne prenda atto e si liberalizzi il sistema», puntualizza sottolineando che «giungono segnalazioni da parte di genitori e famiglie che dicono allarmati di pagare per un vero e proprio disservizio. In alcuni casi, ieri i genitori hanno riportato i figli a casa per mancanza di condizioni adeguate: non c’è il personale necessario, non esiste un rapporto ragionevole tra numero di minori da seguire ed educatrici, le titolari del posto spesso non tornano a occuparlo dopo la sospensione (per maternità o per aspettativa) e così si susseguono durante il corso dell’anno più supplenti, la continuità educativa e didattica non è garantita». La ricetta dell’esponente liberale è semplice: «La pubblica amministrazione non è più in grado di erogare direttamente un servizio come un tempo, sia per la carenza di risorse che per le conseguenti regole stringenti sull’assunzione di nuovo personale. Invece di continuare ad aumentare tasse e gabelle per un servizio sempre più inadeguato, come i 52 euro di pre-iscrizione alla materna introdotti quest’anno proprio dalla giunta Sala, liberalizzi il sistema, garantendo libertà di scelta educativa alle famiglie e aprendosi in modo serio alla pluralità di soggetti erogatori».
Andrea E. Cappelli (Libero)
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