Milano 8 Settembre – Ma non è cominciata la ripresa? Il Pil che è salito oltre le attese del governo e la fiducia di consumatori e imprenditori, tornata ai livelli di dieci anni fa? Ma se le cose vanno così bene come mai cresce anche il disagio sociale? A luglio l’indice della miseria, il Misery Index, si è attestato su un valore stimato di 18,4 punti, in aumento di 3 decimi di punto rispetto giugno. A stilare la classifica non è certo un organismo populista o anti-euro ma nientemeno che Confcommercio. Un’associazione, quella dei commercianti, molto istituzionale. Non certo nota certo per essere una banda sovversiva.
Scrivono i suoi tecnici demolendo un po’ dell’eccesso di ottimismo che c’è in giro: “la presenza di un disagio sociale ancora ampio porta a valutare con prudenza il quadro congiunturale. I molti elementi positivi emersi nei periodi più recenti potrebbero, infatti, subire un’attenuazione in assenza di dinamiche occupazionali più sostenute rispetto alle attuali”. Come dire: non illudiamoci sulla ripresa. E’ fragile e forse illusoria.
Confcommercio ha fatto due conti. Ricorda il tasso di disoccupazione attestato a luglio all’11,3% (11,2% a giugno). Il numero di persone in cerca di lavoro supera i tre milioni. E’ aumentato di 61mila unità su base mensile e diminuito di sole 17mila unità rispetto a dodici mesi prima.
Segnali che Confcommercio definisce “lievemente meno favorevoli, rispetto ai mesi precedenti”, vengono anche dalla Cassa integrazione che, su basi omogenee non è scesa, come dice il governo ma è aumentata di 24mila unità fra giugno e luglio. Su base annua la riduzione è di appena 5mila unità
Tutto questo per dire che la situazione è tutt’altro che stabilizzata. Siamo soltanto in presenza di un rimbalzo ciclico come non ci stanchiamo di ripetere. Il pendolo dell’economia torna a salire dopo aver toccato il pinto più basso. A questa velocità impiegherà una decina d’anni per raggiungere un’altezza paragonabile a quella di partenza. Le speranze di miglioramento hanno fatto passare in secondo piano i problemi veri a cominciare dai bassi salari, dalla bassa produttività e dall’alta disoccupazione. Gli effetti della droga di questi mesi spariranno. Resteranno le ferite dei cittadini. Quelli messi a nudo dall’indice della miseria con il suo nuovo passo in avanti,
Ernesto Preatoni blog
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