Milano 10 Settembre – Si sa gli imbrattatori di professione “tengono” un’anima artistica, hanno il gusto della trasgressione, sfidano regole con un compiacimento che è euforia, senso di onnipotenza..in una parola “Me ne frego”. Ma il brivido che ha spinto due writers a “decorare” due dei New Jersey posizionati a protezione della Galleria Vittorio Emanuele in una delle zone più sorvegliate di Milano, deve essere stato una sfida titanica. Perché tutto farebbe pensare alla difficoltà del gesto e all’impossibilità di avvicinarsi al baluardo antiterrorismo posizionato a difesa di un luogo centralissimo. E invece hanno agito indisturbati e il fatto è preoccupante e lascia il cittadino con molti punti interrogativi sulla sicurezza predisposta in città. Il gesto è il solito gesto stupido, ma la considerazione che si possa agire senza controlli, crea non poca preoccupazione. E se al posto di bombolette avessero avuto in mano bombe o fucili? Se è stato possibile imbrattare in una zona sorvegliatissima (così avevano assicurato), che cosa è possibile fare in zone meno sensibili? I protagonisti della bravata si sono “dichiarati” sui social media, segretamente convinti forse di essere premiati dalla Giunta per il “gentile” pensiero…ma nessuno li ha fermati, nessuno li ha multati, nessuno era lì a controllare come era giusto che fosse..
Hanno promesso che le barriere “decorate” verranno sostituite: per salvare l’uniformità estetica che la Giunta ha deciso per i 150 anni della Galleria. Ma chi salva la sicurezza?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano