Milano 13 Settembre – Filippo Maria, l’ultimo dei Visconti che fu duca di Milano, si era sposato due volte, ma non aveva avuto figli da nessuna delle due mogli. L’unica figlia fu Bianca Maria, nata da una sua amante, la nobildonna Agnese del Maino, forse dama di compagnia della sventurata prima moglie Beatrice Lascaris di Tenda.
Quest’ultima era la vedova di Facino Cane, un capitano di ventura che era riuscito a sottrarre parecchi beni ai Visconti approfittando dell’incapacità dimostrata dal precedente duca. Per rientrare in possesso dei beni sottratti da Facino Cane, alla sua morte Filippo Maria ne sposò la vedova Beatrice. Lui aveva venti anni e Beatrice era sulla quarantina. In principio Beatrice era molto affettuosa con lui, immedesimandosi forse più nella parte di mamma che di moglie. Filippo Maria però non si fidava di nessuno, traumatizzato com’era dal fatto che suo fratello, il predecessore Giovanni Maria, aveva fatto avvelenare la loro stessa madre senza che lui, acciaccato, privato di mezzi e confinato allora nel castello di Pavia, nulla potesse fare per opporvisi. Filippo Maria, schiavo di uno spirito sospettoso che cresceva in modo proporzionale col crescere del grado di parentela, era ossessionato dall’idea di tenere tutto e tutti sotto controllo. In realtà Beatrice si era rivelata esperta negli affari politici al punto che molti iniziavano a fidarsi più della moglie che di Filippo. E in effetti, se Filippo Maria non si fidava del prossimo, perché mai il prossimo avrebbe dovuto fidarsi di Filippo Maria?
Grazie a Beatrice, l’intero potere era tornato nelle mani dei Visconti; ma Filippo Maria non si faceva scrupolo dal ricompensarla estromettendola dal governo. Infine, dopo alcuni anni di matrimonio, denunciò una tresca amorosa di Beatrice con il paggio di corte. Alle accuse amorose si aggiunse il sospetto di cospirazione politica e i due furono imprigionati, sottoposti a tortura e condannati a morte. Prima della decapitazione, avvenuta nel castello di Binasco, Beatrice ritrattò la confessione dicendo che le era stata estorta con la tortura, ma la sentenza fu eseguita comunque. Filippo Maria, nel frattempo, si godeva indisturbato la sua relazione adulterina con l’amante Agnese del Maino che teneva ben segregata insieme a lui. Con il suo secondo matrimonio non andò molto meglio: riteneva il matrimonio con la giovane Maria di Savoia solo una grande seccatura politica. Anche in questo caso riuscì a trovare una scusa per non presentarsi al proprio matrimonio. Al suo posto mandò a rappresentarlo Gaspare Visconti. Tale atto fu probabilmente percepito come gesto di offesa da parte della famiglia Savoia, ma poco importava: quando mai Filippo Maria si era preoccupato di sentimenti che non fossero i suoi? Come inizio, il matrimonio non lasciava presagire nulla di buono. In quanto alla giovane sposa, si può immaginare come affrontò l’evento che avrebbe dovuto essere il giorno più bello della sua vita, prendendo atto del comportamento del suo sposo ed essendo a conoscenza della fine che aveva fatto la moglie che l’aveva preceduta. E neppure era trascorso troppo tempo dal tragico evento: la decapitazione di Beatrice avvenne nel 1418; il matrimonio di Maria di Savoia ebbe luogo nell’anno 1427.
L’esperienza della seconda moglie di Filippo Maria fu però più tranquilla. Il secondo matrimonio del duca di Milano proseguì esattamente così com’era cominciato: nella completa apatia. In pratica non fu mai consumato, e la sposina fu relegata ancora con l’abito nuziale addosso, presso il castello di Abbiategrasso senza neppure essere degnata di uno sguardo. E lì rimase. Nonostante tutto, però, per lei si trattò di una vera fortuna. Filippo Maria avrebbe anche potuto disporre di farle tagliare la testa oppure di farla avvelenare, invece Maria di Savoia riuscì persino a sopravvivere a Filippo Maria! E non risulta neppure che il padre della giovane sposa abbia mai versato al duca consorte la dote pattuita, nonostante le sollecitazioni ricevute. Non fu questo però il movente per la mancata consumazione del secondo matrimonio del duca. Egli aveva trentasei anni quando sposò la diciassettenne Maria di Savoia. Con questo matrimonio le parti si erano in pratica capovolte rispetto al primo: ma per Filippo Maria poco contava. Probabilmente l’insoddisfazione e l’infelicità avevano radici profonde, non consistevano nelle circostanze esterne; esse tuttavia erano necessarie per giustificare i propri stati d’animo. Se Beatrice era troppo vecchia, Maria era troppo giovane: sempre meglio l’amante Agnese del Maino. Per mantenere un minimo di decoro, almeno per i primi giorni dopo in suo secondo matrimonio, Filippo Maria dovette tenere la sua amante e la figlia segregate nel castello di Cusago lontane sia da lui sia dalla giovane moglie Maria di Savoia che continuava a sostare tutta sola nel castello di Abbiategrasso.
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Tratto dal libro “Messer Cicco, milanese eccellentissimo”
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Dal momento che Agnese del Maino, era anche nobile, anziché accusare Beatrice di Tenda con accuse, molto probabilmente inesistenti, e trascurare la seconda moglie Maria di Savoia che aveva solo 17 anni, non poteva sposare lei?
Per fortuna, che non siamo più nel XIV secolo.