Il fedele amico dell’ex pontefice sta male, ma a consolarlo ora c’è la micia Cortesina
Papa Ratzinger, si sa, non è stato un Papa di grande comunicativa. Era ben lontano dalla spontanea popolarità di Papa Giovanni XXIII o di Papa Wojtyla o dell’attuale Papa Francesco, che conclude l’Angelus con quel « e buon pranzo a tutti», un invito sincero verso un’esigenza fisiologica ma anche, s’intuisce dal suo largo sorriso, un piacere terreno di cui si rende complice. Dunque un papa Ratzinger apparentemente ieratico, che uno s’immagina chiuso nel suo studio, immerso nella lettura delle Sacre Scritture o nell’ascolto di Brama.
Ma accanto a lui c’è sempre un gatto e questo rende ragione di una sua profonda sensibilità d’animo, perché nessun animale quanto «la piccola tigre» ha toccato il cuore dei potenti e, tra questi, di famosi uomini di religione. Veniamo dunque a sapere, da un’intervista al suo segretario, padre George, che Zorro, il vecchio gatto di Papa Ratzinger sta molto male ed è in terapia intensiva. A questa cattiva notizia, ne aggiunge subito una più allegra. Cortesina, la gatta più giovane di Ratzinger ha partorito sette gattini che accudisce con straordinario amore. E allora, mi pare di vedere l’espressione felice del Papa che, abbandonate per un attimo le letture sacre, va ad accarezzare Cortesina e a sorvegliare che i gattini stiano bene e crescano senza problemi.
La storia delle religioni ci tramanda numerosi personaggi che hanno amato i gatti. Narra la leggenda, o forse la realtà, che sulla veste di Maometto un giorno si addormentò la sua gatta Muezza. Giunta l’ora della preghiera, Maometto indeciso sul da farsi, per non svegliare la gatta, tagliò il pezzo di veste dove essa dormiva. Al ritorno di Maometto la gatta gli andò incontro e per ringraziarlo gli fece tante fusa.
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