Maria Callas, 40 anni senza la Divina della lirica: tutte le iniziative per ricordarla

Cultura e spettacolo

Milano 18 Settembre – A quarant’anni dalla sua morte, avvenuta il 16 settembre 1977, sono tante le iniziative per omaggiare Maria Callas, la cantante lirica più acclamata al mondo, artista unica e irripetibile. Parigi, città in cui si spense a 53 anni, la ricorda con una mostra e anche la Scala di Milano, dove nacque la sua leggenda, ne ospita una: “Maria Callas in scena – Gli anni alla Scala”. Taormina invece la celebrerà con un concerto “Memorial”.

Un’artista entrata nel mito, travalicando i confini della lirica, grazie a doti uniche unite a una biografia che ha contribuito a costruire un’immagine che il tempo non è riuscito a scalfire. Di origini greche, il suo nome di battesimo per esteso era Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulou, Maria Callas, concepita in Grecia, nacque al Flower Hospital di New York il 2 dicembre 1923. Il padre aveva già cambiato all’anagrafe il suo cognome. Si dice che la madre, che avrebbe voluto un maschio (che avrebbe battezzato Vasili, come il fratellino morto), per quattro giorni rifiutò di vederla ed esitò a lungo prima di trovarle un nome. La bambina, eccezionalmente robusta, pesava più di sei chili alla nascita, sempre secondo le fantasiose reminiscenze della madre.

Le eccezionali doti vocali e interpretative furono messe in mostra dalla Callas sin da piccola: a tre anni ascoltava arie d’opera grazie alla pianola del padre e della madre, a quattro metteva assieme le prime melodie al pianoforte. Almeno secondo quanto racconta nel libro “My daughter Maria Callas”, la madre Evangelia Dimitriadou. I primi successi arrivarono negli anni 40, in Grecia, dove era tornata dopo la separazione dei genitori. la biografia di Maria Callas è costellata di incontri importanti e il primo è quello con Arturo Toscanini. Fu lui, dopo averla conosciuta negli Stati Uniti in casa di un amico, dove Maria faceva da baby-sitter, a farle ottenere la parte per “La Gioconda” di Ponchielli nel 1947 all’Arena di Verona.

Da allora la sua carriera fu costellata solo da incredibili successi. A questi si aggiunge la conoscenza di Giovanni Battista Meneghini, industriale veneto che sposerà due anni dopo. L’uomo, finché Maria Callas non diventò“la Callas”, le fece anche da manager e solo l’arrivo di Onassis ruppe il legame tra i due. Quello per Aristotele Onassis fu l’amore totalizzante che segnò nel profondo la cantante, segnandola per sempre quando l’armatore chiuse la loro relazione (per poi sposare Jackie Kennedy).

Maria Callas si spense a Parigi, dopo anni per lei di sofferenza. Passati in un volontario isolamento, dopo le forti delusioni sentimentali e provati dalla scomparsa, tra il 1975 e il 1977, di persone per lei carissime: il padre, il maestro Tullio Serafin, Pier Paolo Pasolini (con cui aveva girato il film “Medea”) e Luchino Visconti. Le sue ceneri furono sparse nel Mar Egeo.

LE CELEBRAZIONI
Visitabile dal 15 settembre al 31 gennaio la mostra scaligera “Maria Callas in scena – Gli anni alla Scala”ripercorre, attraverso 14 abiti originali, quadri, bozzetti, video, colonna sonora e installazioni multimediali l’avventura milanese del soprano forse più famoso al mondo dal debutto nel 1950, come sostituta di Renata Tebaldi in tre repliche di “Aida”, all’addio definitivo nel giugno 1962 con “Medea”, opera da allora mai più rappresentata al Piermarini. Per l’occasione, gli allievi dell’accademia Scaligera hanno anche ricreato l’abito rosso che indossò nella leggendaria Traviata con la regia di Luchino Visconti e che era andato perduto.

Dal 1950 al 1961 la Scala fu la sua scena prediletta. Qui la Callas cantò in opere dirette da Karajan e Giulini. Ma alla sua “formazione milanese” contribuirono anche gli incontri artistici con personaggi come Luchino Visconti, Nicola Benois, Tullio Serafin, Franco Zeffirelli, che le permisero di raffinare il suo immenso talento permettendole di trasformare il canto in interpretazione drammatica.

Alla Scala, il soprano debuttò nel 1950 sostituendo in tre repliche di “Aida” una ammalata Renata Tebaldi. Ma ancora Maria non era la Callas. A 27 anni pesava più di 90 chili e non era universalmente riconosciuta come una diva. La sua leggenda iniziò a costruirsi negli anni successivi, quando – seguendo il mito di Audrey Hepburn – arrivò in scena per la “Vestale”, prima regia d’opera di Visconti, il 7 dicembre 1954 in un abito bianco mostrando un fisico esile, una voce solidissima e una invidiabile capacità di attrice. Solo l’anno prima in “Alceste” aveva indossato una tunica dipinta da Salvatore Fiume e negli anni creazioni di Piero Zuffi, Lila De Nobili e anche Nicola Benois.

Tra le altre iniziative in memoria della Callas, Taormina ricorda la grande artista con un concerto ‘Memorial’ organizzato nel Teatro Antico dal Festival Belliniano del maestro Enrico Castiglione. Tre interpreti internazionali – Luisa Houbien e Joanna Parisi (soprani) e Daniela Banasova (mezzo soprano) – eseguiranno celebri romanze rese indimenticabili dalla voce di Maria Callas.

Nella Ville Lumière apre intanto una mostra-omaggio “Sempre libera. Maria Callas à la Scala”, organizzata dall’Istituto Italiano di cultura, in collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala. La Warner Classics ripropone in Maria Callas Live registrazioni storiche interamente rimasterizzate, tra cui il Nabucco al San Carlo di Napoli del ’49, una delle sue interpretazioni più celebri. (Tg.com)

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