Ragazzino albino ucciso e mutilato in Africa per compiere rituali di stregoneria

Esteri

Milano 18 Settembre – L’Africa con le sue credenze sciamaniche, con le sue tradizioni a volte irrazionali, emargina l’albino, visto come un castigo divino dai medici stessi: un’ignoranza che porta conseguentemente alla persecuzione e la medicina viene sostituita da superstizioni e stregoneria. Quando parliamo di africani migranti che non sanno accettare le nostre regole, che non vogliono integrarsi, forse dovremmo anche considerare il mondo da cui provengono. Non per giustificarli ma per capire quanto siamo lontani dalla loro concezione di comunità. La cultura, la conoscenza, la libertà appartengono alla civiltà Occidentale che inorridisce di fronte al fatto di cronaca riportato da Il Giornale: “Ucciso e mutilato per rubargli gli arti, i capelli ed il cervello. È successo in Mozambico, nel distretto di Moatize, nella provincia di Tete nel nord-ovest del Paese, a un ragazzo albino di 17 anni.

Secondo quanto riferisce un responsabile locale, citato dall’agenzia mozambicana AIM, i suoi assassini “gli hanno amputato gli arti, portando via le ossa e i capelli, e dopo avergli fracassato il cranio hanno portato via il cervello”. “Abbiamo aperto un’indagine per fermare i responsabili di questo macabro crimine”, ha detto Lurdes Ferreira, una portavoce della polizia provinciale.

Ogni anno in Africa vengono amputate parti del corpo di ragazzi albini che vengono, poi, usate per rituali di stregoneria, un fenomeno che di recente si è amplificato nel Sud e nell’est dell’Africa, soprattutto in Tanzania, Malawi e Mozambico. Qui gli albini sono tra i 20 e i 30mila su 26 milioni di abitanti e, secondo l’Onu, nel 2014 sono stati oltre 100 gli attacchi contro gli albini. Esisterebbe anche una “rete transfrontaliera segreta, difficile da indentificare, e tanto potente quanto quella dei signori della droga, anche se ad oggi nessun trafficante di organi è mai stato fermato”.

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