Sala sputa sul sangue dei Vinti

Milano

Milano 18 Settembre – No, Milano non crede che ai morti si debba mostrare pietà. Così la pensa il Sindaco, di ritorno dall’ennesima scampagnata per alleviare la noia della gestione di Milano:

 “Torno ora in Europa dalla missione sudamericana a Lima che ha assegnato la sessione del Cio del 2019 a Milano – sceive sulla sua pagina Facebook il sindaco – e leggo della polemica riaccesa sulla questione delle corone per il 2 novembre. Capisco che su un tema come questo ci possano essere diverse sensibilità, sia politiche che personali. Non vedo però nessun buon motivo per cambiare idea rispetto alla riflessione che avevo già fatto, in maniera approfondita, un anno fa“.

“La pietà è per tutti – continua Sala – ma non va confusa con il giudizio sul valore delle scelte compiute da ciascuno. Non ritengo quindi che una corona debba essere deposta al Campo 10. Peraltro voglio ricordare che all’ingresso del cimitero di Musocco l’amministrazione depone già una corona a suffragio di tutti i defunti. Come tutte le prese di posizione non ambigue, certamente anche la mia susciterà polemiche. Ma su temi del genere è certamente meglio non essere ambigui”.

Sala ci ha pensato. Ha ponderato, prima di decidere che un fiore potrebbe causare il ritorno del fascismo. D’altronde certe bestialità non vengono naturali nemmeno a lui. Vanno pensate. E così la banale considerazione della Rozza, ovvero che qualcuno quei fiori li metterà lo stesso, è passata in secondo piano. Ci mancherebbe. Ci sono gli assetati di sangue dell’Anpi da accontentare. Perché lasciare spazio alla nobiltà d’animo? Quella mica vota. Quella mica ha amici in toga. Quella non influenza mica l’opinione pubblica degli amici degli amici. No, per quella ci vuole una lobby di gente convinta che stuprare una bambina di 13 anni sia un atto che non merita condanna. Altri tempi, dicono. Forse. Vorrei però ricordare che sono venticinque secoli che nella civiltà Occidentale sappiamo che, alla fine di ogni guerra civile, c’è un tiranno, Creonte nella Tragedia Greca, che vuole infierire sui cadaveri. È importante che la gente sappia che la punizione non finisce con la morte. Solo che, in origine, a Creonte si oppone a rischio della vita una donna, Antigone. Che gli ricorda che, prima della sua legge, prima dell’opportunità politica esiste qualcosa di più grande e di più antico: il diritto naturale. Che impone il rispetto dei morti. Vedremo quanti fiori saranno lasciati sulle tombe del Campo X. Vedremo se vi sarà una manifestazione. Vedremo se, ancora una volta, un manipolo di uomini e donne decideranno di salvare l’onore della nostra nazione. Non lo so. Non appartengo a quel mondo. Ma so che ogni petalo su quelle tombe renderanno più leggera la vergogna di appartenere ad una città che fa corsi per non discriminare i vivi, ma non ha alcuna pietà nel disprezzare i morti.

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